bambini in piscina

Il caldo estivo è un grande nemico per grandi e bambini di tutte le età. Niente è più rigenerate di un tuffo in acqua per recuperare un po’ di energie.

In attesa di tuffarsi in mare, molte famiglie scelgono l’opzione della piscina per dare l’opportunità ai più piccoli di potersi rinfrescare.

Ci sono però da tenere presenti alcune accortezze al fine di evitare spiacevoli incidenti. Per questo motivo, l’Istituto Superiore di Sanità ha messo a punto un opuscolo con alcuni consigli pratici per evitare il rischio di affogamento.

 

bambini in piscina

 

Partiamo dal presupposto che bambini molto piccoli, fino ai 3-4 anni, possono annegare anche in pochi centimetri d’acqua. Inoltre, perché il peggio possa capitare, bastano solo alcuni minuti di distrazione, durante i quali il bambino, preso dal panico, non riesce a chiamare aiuto o a mantenersi a galla.

Cosa comportarsi allora?

Sorveglianza costante per i bambini in piscina

La prima regola è quella di sorvegliare costantemente i bambini in acqua, il che significa mantenere costantemente un contatto visivo e trovarsi a portata di mano in caso si debba intervenire.

Quelli che possono sembrarci pochi istanti occupati a fare una telefonata, in realtà possono essere minuti. Chiediamo a un altro adulto fidato di mantenere il contatto visivo del bambino se abbiamo urgenza di allontanarci o distrarci anche per pochi attimi.

I bambini molto piccoli (0-5 anni) devono stare in acqua solo con la presenza fisica (in acqua) di un adulto responsabile.
Non si può dare la responsabilità di vigilanza di un bambino ad un altro bambino, seppure più grande. In piscine di strutture sportivo/ricreative assicurarsi della presenza del Bagnino di Salvataggio.

Sorvegliare i bambini fuori dall’acqua

Non lasciamo i bambini da soli se pensiamo che nei pressi ci possano essere specchi di acqua anche piccoli (piscine, piscine gonfiabili, vasche da bagno, tinozze, etc.), o se non si è a conoscenza del territorio circostante, (es. case adiacenti con piscina, o presenza di canali, pozzi, laghi, fiumi o torrenti), neanche per pochissimo tempo.
Alcuni annegamenti in tenera età avvengono perché i bambini escono dal proprio giardino o da quello di altri (es. casa di amici, agriturismo, etc.) ed esplorano l’ambiente circostante, all’insaputa degli adulti responsabili.

Recintare le piscine

l’adozione di recinzioni a 4 lati o con isolamento e cancello auto-chiudente e auto-bloccante è una efficace strategia di prevenzione. In alternativa o in aggiunta, si possono coprire le piscine con appositi teli, quando non in uso. Svuotare sempre vasche da bagno, piccole piscine gonfiabili, serbatoi, bacinelle, etc. dopo il loro uso. Togliere tutti i giocattoli dalla vasca o dalla piscina dopo l’uso. Il bambino può essere attratto da essi e cercare di recuperarli.

La cuffia è importante, e non solo quella

Far indossare la cuffia alle bambine o ai bambini, soprattutto se hanno capelli lunghi, per evitare il rischio che i capelli si impiglino nei bocchettoni di aspirazione delle piscine.
Proteggere i bocchettoni di aspirazione con apposite grate, e controllare che non vengano rimosse.
Infine, è opportuno prendere in considerazione l’ipotesi di iscrivere i bambini a corsi di nuoto e acquaticità. Tuttavia, tenere presente che incidenti in acqua possono accadere anche a bambini che sanno nuotare.


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