Carne sintetica

Carne sintetica

Carne artificiale, carne coltivata, carne sintetica, carne in vitro, come la si vuol chiamare, potrebbe essere presto sui nostri scaffali. Ma di cosa si tratta? Il termine “carne artificiale” è apparso all’inizio degli anni 2000 e si riferiva originariamente al cibo prodotto da alcune piante che, dopo la trasformazione, avrebbero un sapore molto simile alla carne tradizionale. Oggi per ‘carne artificiale’ si fa sempre più riferimento alla carne prodotta con un nuovo processo, in cui la carne viene preparata a partire dalle cellule staminali della vera carne di animali vivi.

Come viene prodotta la carne coltivata

La carne coltivata è una vera carne animale che viene prodotta coltivando direttamente le cellule animali. Il processo di produzione inizia con l’acquisizione e il deposito di cellule staminali da un animale. Queste cellule vengono quindi coltivate in bioreattori. Le cellule vengono alimentate con un mezzo di coltura cellulare ricco di ossigeno costituito da nutrienti di base come aminoacidi, glucosio, vitamine e sali inorganici e altri fattori di crescita.

I cambiamenti nella composizione attivano le cellule immature per differenziarsi nel muscolo scheletrico, nel grasso e nei tessuti connettivi che compongono la carne. Le cellule differenziate vengono quindi raccolte, preparate e confezionate in prodotti finali. Questo processo dovrebbe richiedere dalle 2 alle 8 settimane, a seconda del tipo di carne coltivata.

La carne vegetale invece è prodotta da fonti proteiche vegetali come legumi, noci, semi, cereali e tuberi. Un altro segmento in crescita nell’industria delle proteine vegetali sono le micoproteine, derivati da funghi filamentosi come Fusarium venenatum.

Prospettive future della carne sintetica

Oggi la carne artificiale è generalmente percepita come un’alternativa ecologica all’allevamento. La produzione di bestiame è spesso criticata per vari impatti ambientali negativi: emissioni di gas serra, degrado del paesaggio, uso eccessivo delle risorse idriche, potenziale di eutrofizzazione. Sono diversi però gli scetticismi verso le alternative in laboratorio della carne, in particolare da parte di chi crede in un rapporto con il cibo e una sua produzione più sinergica e rispettosa dei ritmi della natura.

Un recente rapporto Fao (“Thinking about the future of food safety – A foresight report”) ha valutato pro e contro di molti Novel Food, tra cui la carne vegetale. “Mentre tutte o alcune delle alternative a base vegetale potrebbero potenzialmente rappresentare una significativa opportunità per ridurre l’impatto ambientale della produzione alimentare – si legge nel report – possono anche rappresentare una perturbazione nei sistemi agroalimentari. Si pensa ad aspetti di salute pubblica, ambientale e implicazioni normative. I progressi in questo settore dipendono quindi dall’adozione di un approccio multidisciplinare integrato”.

Che piaccia o meno, il settore delle proteine di derivazione alternativa alla carne è in grande evoluzione. Secondo il Report Nutraceutica di febbraio 2022 dell’Area Studi Mediobanca, a livello mondiale entro il 2035, il comparto passerà dall’attuale 2% all’11% del mercato complessivo delle proteine. Un fatturato per un valore attorno ai 290 miliardi di dollari. La carne sintetica rappresenta la nuova frontiera dell’alimentazione. Attualmente in questo segmento operano circa 100 start up che nel 2020 hanno raccolto capitali per 370 milioni di dollari, sei volte l’ammontare raccolto nel 2019.

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