Giornata del Fiocchetto Lilla: in aumento i disturbi alimentari, con esordio precoce tra i 12 e i 17 anni
Il 15 marzo ricorre la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla. Secondo studi recenti si sta verificando un progressivo abbassamento dell’età di insorgenza dei disturbi alimentari. L’anoressia nervosa è la diagnosi più frequente
Piazze e monumenti si tingono di lilla domani, 15 marzo. Ricorre, infatti, la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, per la lotta ai Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione.
“Anoressia e bulimia sono la prima causa di morte per malattia tra i 12 e i 25 anni in Italia – spiega Stefania Sinesi, Direttore scientifico di NEVER GIVE UP – se intercettati e trattati in tempo, i disturbi dell’alimentazione possono essere curati, ma, purtroppo, solo il 10% di chi soffre chiede aiuto e ci impiega mediamente tre anni a chiederlo. Per questo è fondamentale fare luce su questi disturbi per rompere il silenzio e sensibilizzare sull’importanza di chiedere aiuto tempestivamente”.
Disturbi alimentari, l’anoressia nervosa è rappresentata nel 42,3% dei casi
“È un problema di salute pubblica quello dei disturbi legati all’alimentazione, in aumento e con un esordio sempre più precoce, soprattutto tra i giovanissimi, le ragazze in particolare, tra i 12 e i 17 anni”: così la SINPIA, Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, che spiega quali sono i principali campanelli d’allarme che manifesta chi soffre dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), come anoressia nervosa, bulimia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata (o Binge Eating Disorder – BED): riducono l’alimentazione fino a saltare i pasti o al contrario presentano abbuffate compulsive, contano ossessivamente le calorie, si pesano e si specchiano continuamente, eccedono con l’attività fisica, cambiano umore e riducono il contatto con il mondo esterno.
“È un mondo complesso quello dei disturbi del comportamento alimentare – dichiara la Prof.ssa Elisa Fazzi, Presidente SINPIA e Direttore della U.O. Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza ASST Spedali Civili e Università di Brescia – e negli anni più recenti abbiamo osservato un progressivo abbassamento dell’età di insorgenza, tanto che non riguarda più soltanto gli adolescenti, ma anche bambine e bambini in età prepuberale, con conseguenze più gravi sul corpo e sulla mente, sullo sviluppo in genere. L’identificazione e l’intervento tempestivo e multidisciplinare sono decisivi per una prognosi migliore”.
Secondo i dati riportati dalla SINPIA, i DCA (disturbi del comportamento alimentare) affliggono oltre 55 milioni di persone in tutto il mondo, oltre 3 milioni di persone in Italia, pari a circa il 5% della popolazione: l’8-10% delle ragazze e lo 0,5-1% dei ragazzi soffrono di anoressia o bulimia (Dati Osservatorio ABA e ISTAT): l’incidenza recentemente è aumentata del 30% per effetto della pandemia e il picco è soprattutto tra i giovanissimi, colpiti fino a quattro volte di più rispetto al periodo pre-Covid, a causa dell’isolamento, della permanenza forzata a casa, della chiusura delle scuole e dell’annullamento delle iniziative di coinvolgimento sociale (Ministero della Salute).
Rispetto alle diagnosi più frequenti, l’anoressia nervosa è rappresentata nel 42,3% dei casi, la bulimia nervosa nel 18,2% e il disturbo di binge eating nel 14,6%.
Ospedale Bambino Gesù: in aumento i ricoveri
Anche i dati diffusi dall’Ospedale Bambino Gesù, in occasione della Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, mostrano un aumento dei disturbi legati all’alimentazione tra i giovanissimi. Sono raddoppiati, infatti, negli ultimi due anni (2021-2022) gli accessi per disturbi del comportamento alimentare al pronto soccorso dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Aumentati di oltre il 50% anche i ricoveri, passati dai 180 casi pre-pandemia (2019) a quasi 300 casi nell’ultimo anno.
“Il lockdown prima e le restrizioni della socialità dopo hanno fatto da detonatore per un malessere che era spesso già presente, a volte in maniera meno manifesta a volte di più – spiega la dottoressa Valeria Zanna, responsabile di anoressia e disturbi alimentari del Bambino Gesù – Il Covid e la quarantena sono stati sicuramente fattori di accelerazione, ma molte di queste ragazze e di questi ragazzi erano già allenati a mangiare di nascosto, a vomitare di nascosto, a vivere di nascosto”.
L’esordio di questi disturbi, dunque, è sempre più precoce. “Negli ultimi anni si è infatti registrato un abbassamento dell’età fino agli 8/9 anni. Ciò – spiega il Bambino Gesù – è verosimilmente dovuto sia all’abbassamento dell’età puberale nelle bambine che al sempre più diffuso impiego dei social network che facilitano confronti con modelli di bellezza irraggiungibili”.