Il biologico in Italia, dalla storia ai dati più recenti sul mercato interno (Foto Pixabay)

Le produzioni biologiche stanno conoscendo un momento di grande espansione e un forte consenso nel popolo dei consumatori. Almeno 9 persone su 10 hanno acquistato biologico, negli ultimi anni, secondo quanto reso noto dagli ultimi dati sul mercato interno, divulgati dall’Osservatorio SANA, lo scorso settembre, proprio durante la nota kermesse, che ogni anno si tiene presso gli spazi di Fiera Bologna.

La sensibilità dei consumatori verso un acquisto responsabile di materie prime e prodotti trasformati sta aumentando vertiginosamente, di anno in anno, per le ragioni più disparate.

Se da una parte i consumatori sono diventati più critici negli acquisti, privilegiando una scelta orientata verso prodotti tracciati, a chilometro zero, naturali e genuini, dall’altra, anche il mercato ha risposto positivamente, con un numero sempre maggiore di offerta di prodotti alimentari bio.

Può essere interessante, allora, fare un piccolo viaggio nella storia del biologico in Italia, riportando, in calce, gli ultimi dati resi noti proprio dall’Osservatorio SANA.

La storia del Bio in Italia

Nell’approfondire l’evoluzione del biologico in Italia, oltre a tutti i dati pubblicati dall’Osservatorio SANA nel corso degli anni, ci giunge in aiuto persino la FAO – Food and Agriculture Organization of the United Nations.

Secondo la FAO, infatti, il settore biologico in Italia ha conosciuto subito un grande successo, sin dai primi anni in cui sono state avviate le coltivazioni e conversioni dei terreni.

Basta guardare, anche in questo caso, ai numeri della metà degli anni Ottanta, quando l’intera superficie agricola destinata all’agricoltura biologica certificata è passata dai 5000 ettari del 1985 ai 960.000 del 1999.

Ma questa impennata non riguarda solo la coltura delle materie prime, quanto anche i prodotti lavorati, con un incremento di aziende biologiche, durante lo stesso periodo, da 600 a 49000.

Già allora, sempre secondo la FAO, l’Italia si affermava come il Paese europea con la superficie più ampia destinata all’agricoltura biologica.

La situazione oggi

Guardando ai numeri pubblicati dall’Osservatorio SANA 2023, la situazione è in costante ascesa.

Il mercato del biologico, in Italia, si espande a macchia d’olio, ricoprendo quasi il 20% della superficie coltivata, contro il 12% della media europea. Questo fa ben sperare in un rapido raggiungimento dell’obiettivo Strategia Farm to Fork per il 2030, che mira al traguardo del 25% di superfici territoriali dedicate alle coltivazioni biologiche.

A supportare questi dati, giungono anche i risultati della consumer survey di Nomisma, che sempre in occasione della kermesse dello scorso settembre, ha delineato con maggiore dettaglio il profilo dei consumatori. Questi, in età compresa tra i 18 e i 65 anni, coprono l’89% della popolazione, che almeno una volta ha acquistato consapevolmente bio.

Le preferenze per il bio sono tuttavia dettate dalla volontà di acquistare italiano. Tra i prodotti più venduti, sempre secondo la medesima indagine, si affermano appunto quelli 100% bio di origine italiana, i prodotti DOP e IGP e quelli a chilometro zero. Anche la marca gioca un ruolo fondamentale nelle preferenze dei consumatori.

Merito, inoltre, di questa costante crescita è nella capillarità della rete distributiva che, da una parte, vede super e ipermercati trainare la maggior parte degli acquisti e, dall’altra, la piccola distribuzione, spesso costituita da shop locali e online delle aziende produttrici, coprire l’altra fetta di popolazione fidelizzata a specifici brand.

Questa, a grandi linee la fotografia del mercato biologico italiano, un mercato che continua a esprimere ancora il suo potenziale già da oltre trent’anni e che ha tutti i requisiti per continuare a crescere.


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