Consumi: sostenibilità, salute e ambiente i fattori trainanti delle scelte alimentari

Consumi: sostenibilità, salute e ambiente i fattori trainanti delle scelte alimentari

La Commissione europea ha avviato procedure d’infrazione nei confronti di 12 Stati membri, tra cui l’Italia, per il mancato recepimento delle norme dell’UE che vietano le pratiche commerciali sleali nel settore agroalimentare. Il termine per il recepimento della direttiva nella legislazione nazionale era fissato al 1° maggio 2021.

In particolare, la Commissione ha inviato lettere di costituzione in mora ad Austria, Belgio, Cechia, Cipro, Estonia, Francia, Italia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia e Spagna, che dispongono ora di due mesi per rispondere.

Mentre Bulgaria, Croazia, Danimarca, Finlandia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Slovacchia, Svezia e Ungheria hanno comunicato di aver adottato tutte le misure necessarie per il recepimento della direttiva, dichiarando così completo il recepimento. La Francia e l’Estonia hanno comunicato, invece, che la loro legislazione recepisce solo parzialmente la direttiva.

Pratiche sleali nel settore agroalimentare, la direttiva

Come spiegato dalla Commissione, la direttiva in materia di pratiche commerciali sleali nella filiera agricola e alimentare, adottata il 17 aprile 2019, garantisce la tutela di tutti gli agricoltori europei, compresi i fornitori di piccole e medie dimensioni, contro 16 pratiche commerciali sleali attuate da acquirenti di dimensioni superiori nella filiera alimentare.

 

Pratiche sleali nel settore agroalimentare

 

E contempla i prodotti agricoli e alimentari commercializzati lungo la filiera, vietando per la prima volta a livello di UE tali pratiche sleali, imposte unilateralmente da un partner commerciale alla sua controparte.

Tra le 16 pratiche commerciali sleali figurano anche:

  • i ritardi di pagamento e l’annullamento di ordini con preavviso breve per prodotti alimentari deperibili;
  • le modifiche unilaterali o retroattive ai contratti;
  • l’obbligo imposto al fornitore di pagare i prodotti sprecati;
  • il rifiuto di contratti scritti.

In linea con la direttiva, gli agricoltori e i fornitori di piccole e medie dimensioni avranno, dunque, la possibilità di denunciare tali pratiche adottate dai loro acquirenti.

“È urgente la pubblicazione del decreto per rendere operativa la Legge nazionale contro le pratiche commerciali sleali che ha recepito la direttiva europea – afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel commentare l’avvio della procedura di infrazione avviata dalla Commissione -. Un intervento normativo fortemente sollecitato per rendere più equa la distribuzione del valore lungo la filiera”.


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1 thought on “Pratiche sleali nell’agroalimentare, la Commissione UE avvia procedure di infrazione

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