Stangata per le famiglie, caro spesa e inflazione fanno tremare i bilanci (e tagliare sul cibo)
Caro spesa e inflazione al galoppo rappresentano una stangata per le famiglie. Cambiano le abitudini: meno carne e pesce di qualità, meno frutta e verdura, ricerca di offerte e sconti per quasi un consumatore su due
La spesa costa sempre di più ed è la più cara da quasi quarant’anni. L’inflazione al galoppo rappresenta una stangata per le famiglie. Le associazioni dei consumatori lo ripetono a ogni aggiornamento dei prezzi e calcolano ormai in centinaia di euro l’anno, dai 700 ai 1200 euro, il rincaro su base annuale della sola spesa alimentare. Per una famiglia di quattro persone, l’inflazione all’11,8% significa un aumento del costo della vita di 4 mila euro l’anno.
Le ripercussioni del caro prezzi ormai superano i 3 mila euro l’anno per tutti. La stangata sulle famiglie che deriva dalla rincorsa dei prezzi mette a rischio, avverto le associazioni dei consumatori, anche i consumi di Natale. Senza contare tutti i tagli che le famiglie stanno attuando: tagli sulla spesa alimentare, sulla qualità del cibo, e rincorsa affannosa al prezzo più basso e all’offerta che fa risparmiare qualche euro.
Codacons: “emergenza nazionale”
Sull’inflazione, denuncia il Codacons, siamo di fronte a «una emergenza nazionale che mette in serio pericolo i prossimi consumi di Natale».
«L’inflazione all’11,8% è una reale minaccia per la salute del nostro paese e determina una stangata record per gli italiani, considerata la totalità dei consumi di una famiglia “tipo”, pari a +3.625 euro annui – dice il presidente Carlo Rienzi – Solo per gli alimentari (+13,5% ad ottobre) un nucleo si ritrova a spendere in media +752 euro su base annua e, come dimostrano i dati sulle vendite, i cittadini stanno reagendo tagliando la spesa per il cibo».
Si tratta di una situazione che «ora fa scattare l’allarme sui consumi di Natale perché gli italiani, di fronte ad una inflazione record, saranno costretti a tirare la cinghia anche sugli acquisti legati alle prossime festività. Un danno enorme per il commercio e l’economia nazionale che il nuovo Governo deve assolutamente evitare, disponendo subito il taglio dell’Iva su alimentari e generi di prima necessità».
UNC: la stangata sulla spesa alimentare
L’inflazione ormai è «una sciagura per chi si sta svenando per arrivare a fine mese – dice il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona – Il Governo con il Dl Aiuti quater non ha fatto nulla contro il caro bollette delle famiglie o per aumentare il loro potere s’acquisto, rinviando tutto alla Legge di Bilancio. Ma questa scelta comporterà un Natale in bianco, con conseguenze su consumi e Pil. Urgono, invece, interventi immediati, come detassare la tredicesima, dare un bonus di 600 euro a chi guadagna meno di 35 mila euro, triplicando il bonus di Draghi, azzerare l’Iva sulle bollette di luce e gas di questo quarto trimestre».
L’inflazione al 13,5% sulla spesa alimentare, significa che solo per cibo e bevande «una famiglia pagherà in media 761 euro in più su base annua – dice Dona – Una batosta che sale a 1038 euro per una coppia con 2 figli, 937 per una coppia con 1 figlio. Nel caso delle coppie con 3 figli, poi, si ha una mazzata record di 1240 euro nei dodici mesi».
Con un’inflazione all’11,8% l’aumento del costo della vita è drammatico. L’UNC stima una stangata di quasi 4 mila euro l’anno in più per le famiglie con due figli, di oltre 3700 euro l’anno per quelle con un figlio, di quasi 4500 euro l’anno per le famiglie numerose.
Federconsumatori: le famiglie tagliano i consumi di carne, pesce, frutta e verdura
Alla luce di un’inflazione così alta l’aggravio per le famiglie sarà di oltre 3516 euro l’anno, è la stima dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori. Sono 728 euro in più solo per la spesa alimentare.
Di fronte a questi dati Federconsumatori evidenzia anche un altro fenomeno: il cambiamento di abitudini di famiglie che cercano di far quadrare i conti in mezzo a enormi difficoltà. L’Osservatorio dell’associazione parla di importanti modifiche di spesa e denuncia il calo del consumo di carne e pesce del -16,8%, con uno spostamento verso il consumo di tagli e qualità meno costosi e meno pregiati, e la riduzione del consumo di frutta e verdura (che riguarda il 12,9% dei cittadini). A questo si aggiunge il ricorso sempre più assiduo a offerte, sconti, acquisti di prodotti prossimi alla scadenza, un’abitudine adottata dal 46% dei cittadini – uno su due. In questo contesto, spiega Federconsumatori, gli sconti del Black Friday verranno fatti in vista delle feste natalizie oppure per spese alimentari.