La Relazione UE sull'attuazione della direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane

Il 95% delle acque reflue nell’UE viene raccolto e l’88% sottoposto a trattamento biologico. La tendenza è positiva, ma l’1% non è ancora raccolto e oltre il 6% non è trattato in modo soddisfacente e non rispetta le norme in materia di trattamento biologico secondario.

È quanto emerge dalla 10a relazione sull’attuazione della direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane pubblicata dalla Commissione Europea, che indica un miglioramento complessivo nella raccolta e nel trattamento nelle città europee, insieme però a livelli disomogenei tra gli Stati membri.

“In molti Stati membri – si legge nella nota stampa – gli investimenti attuali sono insufficienti a raggiungere e mantenere la conformità a lungo termine e in diverse città dell’Unione occorre costruire o ammodernare le infrastrutture per la raccolta, oltre a moderni impianti di trattamento”.

 

Acque reflue
Acque reflue

Acque reflue, elevati i tassi di conformità alle norme UE

Nella relazione sono prese in considerazione oltre 23.500 città dell’UE che rientrano nell’ambito di applicazione della direttiva e in cui cittadini e settore industriale generano un carico di acque reflue superiore a 610 milioni di abitanti equivalenti all’anno (un volume che corrisponde a circa 490 milioni di vasche da bagno di acque reflue al giorno).

Come spiegato nella nota stampa, la relazione dimostra come i tassi di conformità alle norme dell’UE in materia di raccolta e trattamento siano elevati e siano aumentati rispetto al periodo di riferimento precedente, contribuendo a prevenire l’inquinamento ambientale.

“Questa relazione conferma che in tutta l’UE stiamo facendo progressi nella raccolta e nel trattamento delle acque reflue – ha dichiarato Virginijus Sinkevičius, Commissario responsabile per l’Ambiente, gli oceani e la pesca. – Le norme dell’UE hanno svolto un ruolo cruciale nel miglioramento della qualità di fiumi, laghi e mari del nostro continente, incidendo positivamente sulla salute e sulla qualità della vita dei cittadini europei.

“Tuttavia – prosegue – i progressi sono stati disomogenei e in alcuni Stati membri occorrono maggiori finanziamenti e una migliore pianificazione per le infrastrutture. Faremo quanto in nostro potere per stimolare l’innovazione e nuovi investimenti nelle infrastrutture ambientali in tutta Europa.”

Prossime tappe

La Commissione valuterà diverse azioni strategiche, al fine di modernizzare la direttiva. Tra queste la ricerca di soluzioni per affrontare il problema dei contaminanti che destano nuove preoccupazioni, come i prodotti farmaceutici e le microplastiche, e la valutazione dell’eventualità di sorvegliare regolarmente le acque reflue per migliorare la preparazione alla gestione della pandemia da COVID-19 o di malattie analoghe.


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