Al via oggi gli Stati Generali della Green Economy, a che punto siamo in Italia?
La Relazione sullo Stato della Green Economy 2022 fotografa le performance di nove settori strategici della green economy. Bene l’economia circolare e l’agricoltura biologica, in difficoltà le emissioni di CO2, crescono il fotovoltaico e l’eolico, ma non ancora abbastanza, il consumo di suolo tocca il suo massimo in 10 anni
In Italia la green economy ha raggiunto risultati importanti, tuttavia accanto ai traguardi permangono alcune criticità. L’elettricità del fotovoltaico e dell’eolico cresce, ma a causa del forte calo di quella idroelettrica, è diminuita la quota di rinnovabili sul consumo finale di energia, come è scesa la quota delle rinnovabili nei consumi elettrici. L’economia circolare, però, continua ad avere buone performance, come l’agricoltura biologica; aumentano le immatricolazioni di auto elettriche, riprende la sharing mobility. Il consumo di suolo sembra invece inarrestabile: nel 2021 ha toccato il massimo degli ultimi 10 anni.
Questa fotografia dell’Italia delle green economy è contenuta nella Relazione sullo Stato della Green Economy, presentata in apertura degli Stati Generali della Green Economy 2022, il summit verde dedicato quest’anno a “La nuova sfida della transizione ecologica per le imprese italiane”, promosso dal Consiglio Nazionale della Green Economy in collaborazione con il Ministero della transizione ecologica e il patrocinio della Commissione Europea, che si svolge alla Fiera di Rimini, nell’ambito di Ecomondo-Key Energy.
La Green economy in Italia: clima, green city e rinnovabili
L’inquinamento è una delle criticità evidenziate dalla Relazione sullo Stato della Green Economy. Nel 2021 le emissioni di gas serra in Italia, con la ripresa economica, sono tornate a crescere del 6,8% annullando la gran parte della diminuzione del 2020 dovuta alla pandemia: un aumento superiore a quello europeo, che è stato del 6%. In Italia – osserva il Rapporto – manca ancora una legge sul clima e il 2022 è stato un anno che ha visto la crisi climatica colpire duramente il Paese.
Il documento ha evidenziato, inoltre, un limitato coinvolgimento delle città, che invece dovrebbero giocare un ruolo di primo piano nel percorso verso la neutralità climatica. “Pochissime, però, hanno fissato questo obiettivo e quindi adottato misure per raggiungerlo – si osserva nel Rapporto – sia con un maggiore impegno per una crescita forte delle fonti rinnovabili, sia con misure per decarbonizzare i trasporti locali. Poche sono anche le città ad avere adottato piani di misure di adattamento ai cambiamenti climatici”.
Le Rinnovabili crescono troppo poco e lentamente, secondo il Rapporto. “Nel 2021 – spiega – il consumo di energia da fonti rinnovabili è cresciuto del 3% sull’anno precedente. Poiché i consumi di energia sono aumentati, la quota di rinnovabili sul consumo finale di energia è diminuita: dal 20,4% del 2020 al 18,9% del 2021. Nel 2021 la produzione di elettricità da fonte rinnovabile è stata la stessa del 2020, perché la crescita dell’eolico e del fotovoltaico è stata appena sufficiente a compensare il calo di quella idroelettrica e geotermica. Così, dato l’aumento dei consumi di elettricità, la quota di fonti rinnovabili è scesa dal 42% nel 2020 al 36% nel 2021 e i dati del primo semestre del 2022 sono addirittura peggiori. Con le autorizzazioni rilasciate per nuovi impianti eolici e solari emerge un miglioramento degli impianti installati entro la fine del 2021 e, ancora di più, il prossimo anno con 4-5 GW. Ma nonostante ciò, l’Italia non riuscirebbe a rispettare la traiettoria del nuovo target europeo al 2030″.
Risparmio energetico e economia circolare
Nel 2021 sono cresciuti i consumi finali di energia, riassorbendo non solo il calo avvenuto durante la pandemia, ma raggiungendo il livello più alto dal 2012: 114,8 milioni di tep, secondo il Rapporto sullo Stato della Green Economy. L’aumento dei consumi di energia ha riguardato un po’ tutti i settori: in modo più consistente i trasporti, ma anche terziario, industria, agricoltura ed edifici a uso abitativo. Il Superbonus del 110% è servito a rilanciare alcuni settori produttivi, ma molto poco a ridurre i consumi di energia: a fronte di un investimento complessivo di oltre 16 miliardi e quasi 100.000 interventi finanziati, sono stati risparmiati meno di 200.000 tep.
Gli indicatori confermano, invece, una buona posizione dell’Italia nella circolarità delle economie europee: nel 2020 guida la classifica della produttività delle risorse con 3,5 euro di Pil per ogni kg di risorse consumate (+60% della media europea). Nel 2021 il riciclo ha tenuto il passo con buone performance, contribuendo a contenere la domanda di materie prime vergini e le difficoltà di approvvigionamento e di alti prezzi.
Inoltre, nel 2021, la produzione di acciaio in Italia è cresciuta rispetto all’anno precedente del 20%, con il 78% proveniente dal riciclo del rottame ferroso. Gli imballaggi immessi al consumo sono saliti da 13,1 milioni di tonnellate nel 2020 a 14,3 nel 2021 e quelli avviati al riciclo sono aumentate del 10,5%; nel 2022, però, con il rallentamento economico e le attività di riciclo di alcune filiere, stanno entrando in una fase di difficoltà di collocazione dei materiali riciclati.
La Green economy in Italia, consumo di suolo e risorse idriche due punti deboli
Il 2021 ha registrato il consumo di suolo più alto degli ultimi dieci anni, secondo quanto emerso dalla Relazione sullo Stato della Green Economy: circa 19 ettari in media in più al giorno, equivalenti a 69,1 chilometri quadrati in più, con il 7,13% di copertura artificiale del suolo, resta ben al di sopra della media europea (4,2%).
A causa della crisi climatica, delle ondate di calore e dei lunghi periodi di siccità, il corretto uso, il risparmio e la tutela delle risorse idriche sono di crescente importanza. Gli sprechi sono ancora insostenibili: infatti, dei circa 10 miliardi di metri cubi all’anno immessi negli acquedotti per gli usi potabili, 4 miliardi sono dispersi durante il trasporto nelle reti.
Buone notizie per quanto riguarda la superficie biologica, che risulta in crescita. Nel 2021 la superficie a coltivazione biologica è cresciuta in Italia del 4,4% rispetto al 2020, portandola al 17,4% del totale coltivato: un buon livello anche se ancora distante dal target europeo del 25% entro il 2030.
Infine, cambia il mercato italiano dell’auto. Il Rapporto rileva in Italia un parco di 675 auto ogni 1.000 abitanti e una forte presenza industriale nella produzione (in gran parte ormai nella componentistica) delle auto tradizionali. Ma i dati del 2021 dimostrano che qualcosa sta cambiando: nel 2021 sono state immatricolate 468.000 auto in meno di quelle vendute nel 2019, le auto diesel vendute sono state il 29% in meno dell’anno precedente e quelle a benzina il 16%; inoltre sono state immatricolate 136.000 auto elettriche (+127%) e 423.000 auto ibride (+91%), mentre ha ripreso a crescere la sharing mobility.