Bonifica poligoni militari, PD denuncia colpo di spugna del Governo
“Un colpo di spugna”. Così i senatori ecodem del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, hanno definito la norma inserita nel decreto Sviluppo che spiana la strada ad una sanatoria per i terreni contaminati dalle armi e dalle esercitazioni militari. Il riferimento al poligono di Quirra è inevitabile dal momento che, alle due tipologie esistenti, quelle per le bonifiche ‘a verde’ e quelle per le aree industriali, l’art.35 del decreto ne aggiunge una ad hoc, riferita esclusivamente ai poligoni e più in generale ai siti del Demanio militareLa finalità – aggiungono i parlamentari – è chiara: in vista di complesse e costose bonifiche di terreni contaminati a causa di esercitazioni militari condotte per anni, la soluzione più facile è quella di elevare il più possibile i valori di soglia, con buona pace del risanamento dell’ambiente e condannando il territorio alla contaminazione per decenni.
Non possiamo non ricordare – concludono i senatori del Pd – che una norma analoga a quella che denunciamo era stata esplicitamente richiesta in Commissione di inchiesta sull’uranio impoverito proprio dalle forze militari in audizione, che avevano ricevuto un nettissimo ‘no’ bipartisan. E’ molto grave che il Governo si sia prestato a far da sponda a questa operazione spregiudicata.
Anche per Legambiente si tratta di un provvedimento scandaloso: ““Per avviare il necessario processo di bonifica ambientale per tutte le aree militari contaminate in Italia – spiega Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente – serve un adeguato piano di finanziamenti e non un escamotage che per limitare costi e tempi rinuncia al corretto risanamento del territorio”.Per la Sardegna e per il Poligono di Quirra in particolare – aggiunge il presidente di Legambiente Sardegna Vincenzo Tiana – si tratta di una norma offensiva perché attraverso questo ‘trucco’ si elude l’impegno assunto dalla commissione parlamentare d’inchiesta sulle basi militari, che aveva quantificato in 100milioni di euro una prima valutazione dei costi delle bonifiche delle aree.“A questo quadro negativo – conclude Vincenzo Tiana – si aggiunge il timore per le misure ipotizzate dal provvedimento di revisione di spesa pubblica che prevedono un forte ridimensionamento delle risorse per il risanamento sull’uranio impoverito”.

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