Eventi estremi legati all’acqua, Roma la città più colpita in Italia (Foto di Mauricio A. da Pixabay)

L’acqua al centro della crisi climatica. E Roma al centro della crisi dell’acqua. Con 65 eventi climatici estremi legati all’acqua che si sono abbattuti in città dal 2010 a oggi, la Capitale è la città più colpita in Italia. Seguono Milano, Agrigento, Bari, Genova, Palermo, Napoli, Ancona, Bologna, Modena e Torino.

Stiamo parlando di alluvioni, allagamenti, piogge intense, grandinate come pure di siccità, eventi estremi che vedono al centro le risorse idriche, come ha evidenziato il Forum Acqua di Legambiente. Il 67% degli eventi meteorologici estremi e che hanno causato danni hanno visto come protagonista l’acqua.

 

Forum Acqua Infografica, fonte: Legambiente

 

Eventi estremi, Roma e il rischio alluvione

Calcolando tutti gli eventi estremi dal 2010 a oggi, la città in Italia più colpita in assoluto è Roma con 65 eventi, ricorda Legambiente Lazio. Secondo i dati Ispra Idrogeo inoltre, nella Capitale è a rischio alluvioni il 9,1% del territorio, abitato da 96.586 persone tra 11.388 edifici, 9.650 imprese e 177 beni culturali.

I quartieri più a rischio sono: a sud-ovest Ostia, Acilia, Casal Palocco, Infernetto, Eur Torrino, Tor di Valle; a est Tiburtina e Prenestina; a nord Settebagni, Labaro, Salaria e Tiberina, centrali Villaggio Olimpico, Corso Francia, Via Guido Reni.

«Roma è la città più colpita da eventi estremi legati all’acqua, ed è quindi da qui che bisognerebbe rispondere con più forza, con politiche di mitigazione delle conseguenze, con la messa in sicurezza di un’enorme porzione di territorio e con progetti di rinaturalizzazione e deimpermeabilizazione del suolo – afferma Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – Anche nella Capitale quindi, bisogna affrontare la crisi climatica mettendo assolutamente al centro le politiche di gestione corretta e salvaguardia della risorsa idrica: per evitare gli sprechi e ottimizzare i consumi così da prepararci a siccità che sono sempre più lunghe e più frequenti; per realizzare le opere di mitigazione degli impatti climatici estremi e quelle per affrontare il dissesto idrogeologico; per garantire la qualità della principale delle risorse, sempre più preziosa, affrontando maladepurazione e abusivismo fognario; per fermare il consumo di suolo così come scellerate proposte normative regionali, con le quali si vorrebbero rendere abitabili garage e scantinati invece di puntare a fermare il consumo di suolo e avviare grandi pratiche di deimpermeabilizzazione e rinaturalizzazione dei territori».


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