Verso la Cop26, sfide e opportunità. Si chiudono gli Stati Generali della Green Economy

Verso la Cop26, sfide e opportunità. Si chiudono gli Stati Generali della Green Economy

L’emergenza sanitaria, a livello globale, ha portato ad una diminuzione delle emissioni giornaliere di anidride carbonica di circa il 17%; tuttavia le concentrazioni atmosferiche di CO2 restano superiori agli assorbimenti del suolo, delle foreste e degli oceani. Questo ha fatto sorgere il timore di una nuova “pandemia climatica“, confermato anche da un sondaggio internazionale realizzato in piena emergenza Covid-19.

Il 71% degli intervistati ritiene che a lungo termine il cambiamento climatico sia una crisi grave come la pandemia da Covid-19 (l’87% in Cina). Ma nonostante questo sentimento comune, le misure di stimolo a livello globale dei governi, durante l’emergenza Covid, sono state destinate a meno dello 0,2% a priorità climatiche.

Questo il quadro internazionale emerso durante la seconda giornata degli Stati Generali della Green Economy organizzati dal Consiglio Nazionale della Green Economy, formato da 69 organizzazioni di imprese, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente, con il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico e della Commissione europea e il supporto tecnico della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.

Green Economy, le iniziative delle istituzioni internazionali

Oltre all’iniziativa dell’Unione Europea a sostegno di un Green Deal, anche l’Ocse propone una ripresa basata sulla lotta ai cambiamenti climatici organizzata in 5 settori fondamentali: agricoltura, costruzioni, energia elettrica, industria e trasporti.

L’Ocse suggerisce, in particolare, 25 linee guida che promuovono la green economy con investimenti, regolamentazione di tasse e sussidi, diffusione di buone pratiche e iniziative di informazione e educazione.

 

Green Economy
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L’impatto della pandemia sulle emissioni di gas serra

“La nostra convinzione è che la transizione alla neutralità climatica, all’uscita dalla pandemia – ha commentato Edo Ronchi, del Consiglio nazionale della green economy – possa avere un’accelerazione e che questa accelerazione potrebbe trascinare un vero e proprio Green Deal e aprire una nuova fase di sviluppo per la green economy”.

Secondo quanto emerso durante la Giornata, è stato particolarmente significativo l’impatto della pandemia sulla qualità dell’aria. Con lo stop all’attività globale, infatti, si sono registrati miglioramenti significativi nella qualità dell’aria in tutto il mondo, che si tradurranno in una riduzione di migliaia di morti premature, 50.000 stimate nella sola Cina.

Immagini satellitari hanno mostrato, infatti, come la qualità dell’aria sia migliorata decisamente nelle grandi città della Cina e nei centri urbani di tutta Europa (Italia inclusa), Stati Uniti e Canada. Per quanto riguarda il Pm2,5, la Nasa e l’Esa riportano con metodi satellitari riduzioni fino al 30% in alcuni epicentri come Wuhan.

Inoltre, analizzando le 50 capitali mondiali più inquinate, emerge una riduzione del 12% della concentrazione di Pm2,5 in media settimanale. Le città europee sono quelle che hanno un risultato più ridotto: -5% in media. Inoltre in Europa, si osservano aumenti post Covid in controtendenza del Pm2,5, molto elevati a Praga, Vienna e Bratislava.


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