Greenpeace sta consegnando nelle case degli italiani le vere bollette Enel: 100.000 “bollette sporche” di carbone. Si tratta di un’iniziativa dell’associazione ambientalista per mostrare ai cittadini quanto realmente stia costando, in termini di inquinamento e di salute umana, la produzione elettrica da carbone del principale gruppo energetico italiano.
Una morte prematura al giorno e circa un miliardo e ottocento milioni di euro di danni l’anno. È questo il costo reale della produzione elettrica da carbone di Enel – ricorda Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia – La tanto reclamizzata ‘Energia che ti ascolta’, oltre a essere sorda alle contestazioni che in molti le muovono, è anche bugiarda. Nelle bollette nessuno leggerà mai i veri costi inflitti dall’azienda alla salute, all’ambiente e all’economia dell’Italia”.
I dati pubblicati da Greenpeace sulle 100.000 “bollette sporche” sono estratti da uno studio condotto dall’istituto di ricerca indipendente SOMO e si riferiscono alle emissioni del 2009. Si stima che i costi indiretti della produzione termoelettrica a carbone di Enel in Italia, siano circa 1,8 miliardi di euro (quasi 2,1 miliardi con la centrale di Civitavecchia a pieno regime). Gli impatti sanitari, espressi in termini di mortalità prematura, sono stimati in 366 casi di morte attesi nel 2009. Con la centrale di Civitavecchia a pieno regime e a parità di produzione negli altri impianti, queste stime supererebbero i 400 casi. Secondo lo studio di Greenpeace, inoltre, la realizzazione degli impianti a carbone Enel di Porto Tolle e Rossano Calabro – progetti che l’azienda porta avanti da anni – costerebbe fino a 95 ulteriori casi di morti premature l’anno, e danni stimabili in ulteriori 700 milioni di euro l’anno.
Greenpeace chiede a Enel di dimezzare la produzione elettrica da carbone da qui al 2020 e di portarla a zero al 2030, investendo contemporaneamente in fonti rinnovabili per compensare la perdita di produzione. L’operazione “bollette sporche” è parte di un’investigazione a trecentosessanta gradi che Greenpeace sta svolgendo su Enel: www.FacciamoLucesuEnel.org
 


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