Le centrali elettriche a carbone sono “killer silenziosi”: i fumi emessi dalle loro ciminiere, in Europa, uccidono più di due persone l’ora. È questo il dato più allarmante del rapporto “Silent Killers”, presentato oggi da Greenpeace, basato su una ricerca condotta dall’Università di Stoccarda. Più che preoccupanti i dati sugli impatti sanitari dell’inquinamento prodotto dalla combustione del carbone nei Paesi dell’UE: 22.300 morti premature – su base annua – equivalenti alla perdita di 240.000 anni di vita. I fumi delle centrali censite nella ricerca determinano inoltre la perdita annua di 5 milioni di giornate lavorative.
Secondo il rapporto, nel 2010 il carbone ha causato in Italia 521 morti premature e determinato la perdita di 117 mila giornate di lavoro. Enel, la grande multinazionale elettrica italiana, è la quinta peggior compagnia a livello europeo, in termini di impatti sulla salute, se si includono anche le emissioni delle centrali della Slovenské Elektrárne, controllata da Enel per il 66%. Enel è anche la quarta peggior compagnia europea per quanto riguarda il carbone “di domani”, ovvero gli impatti sanitari che si avrebbero dalle centrali in progettazione o in via di realizzazione. Proprio agli impianti che potrebbero vedere la luce nei prossimi anni è dedicato un capitolo dello studio dell’università tedesca: 52
progetti di nuove centrali risultano attualmente in fase di realizzazione o di autorizzazione. Se entrassero in funzione, ogni anno in Europa si avrebbero danni alla salute umana equivalenti alla perdita di ulteriori 32 mila anni di vita.
“Lo studio realizzato dall’Università di Stoccarda è l’ennesima prova, qualora ve ne fosse  bisogno, che il ‘carbone pulito’ sbandierato dalle compagnie energetiche non esiste” afferma Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. “I dati di molte istituzioni e organismi sovranazionali confermano che l’aria che respiriamo può essere uno dei maggiori agenti patogeni per la nostra salute. In Europa, il carbone è una delle principali cause di avvelenamento dell’aria. Per salvare i nostri polmoni, e salvare il clima dalle emissioni di gas serra, dobbiamo mettere fine all’era del carbone e avviare una radicale rivoluzione energetica”.
Greenpeace chiede all’Unione Europea di fissare nuovi obiettivi vincolanti di sviluppo delle rinnovabili (45%), di abbattimento dei gas serra (55%) e di efficienza energetica per il 2030. E di porre fine all’”età del carbone” al più tardi entro il 2040.


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