Summit Rio+20, ambientalisti bocciano testo negoziale
Apertura ufficiale per Rio+20, il Summit delle Nazioni Unite sullo Sviluppo sostenibile in corso a Rio de Janeiro. Apertura con le speranze puntate sull’intervento dei big della terra, perché il documento elaborato dai negoziatori nei giorni scorsi appare già deludente e viene bocciato dalle associazioni ambientaliste, che hanno gli occhi puntati sull’evento. Dopo giorni di trattative, il documento finale delle delegazioni presenti alla conferenza passa infatti nelle mani dei leader mondiali, che da oggi a venerdì si riuniscono a Rio de Janeiro e che dovranno approvare la dichiarazione di intenti. Ci saranno impegni reali?
Per il momento le associazioni ambientaliste danno un giudizio negativo. Il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza ha accolto con queste parole il testo del documento della presidenza brasiliana alla conferenza Onu Rio +20: “Nessuna garanzia relativa agli aiuti per i paesi in via di sviluppo; nessun riferimento preciso ai target di sviluppo sostenibile e solo un generico accenno all’eliminazione dei sussidi per le fonti fossili: il nuovo testo della presidenza brasiliana è decisamente debole. Certo, va segnalato positivamente l’avvio di un processo dove le associazioni ambientaliste, la società civile e la parte più avanzata del mondo delle imprese cerca di costruire una green economy equa e solidale ma manca evidentemente una leadership politica in grado di capitalizzare questo patrimonio”.
Il WWF è ancora più tranchant e parla di un “colossale fallimento”. Con gli occhi sul testo negoziale diffuso ieri, afferma Mariagrazia Midulla, responsabile Policy Clima ed Energia del WWF Italia, a Rio per seguire i negoziati: “Nonostante una sessione negoziale durata fino a tarda notte, il testo rivisto è un colossale fallimento di leadership e visione da parte dei diplomatici. Dovrebbero vergognarsi della loro incapacità di trovare un terreno comune su una questione tanto cruciale come il nostro futuro. Dovranno essere i leader del pianeta, che si incontreranno domani (oggi, ndr) per l’apertura ufficiale del vertice, a fare davvero sul serio per salvare il processo negoziale e garantire al mondo uno sviluppo sostenibile. Se approveranno questo testo senza cambiamenti significativi, condanneranno Rio+20 ad essere ridicolo.”
Un elemento positivo emerso dal Summit è che per la prima volta in un testo dell’Onu viene inserito il termine “green economy”. L’Italia sta svolgendo un ruolo positivo nelle trattative ma il rischio del fallimento è sempre in agguato, come evidenzia il senatore Francesco Ferrante, responsabile energia e politiche relative ai cambiamenti climatici del Pd, presente a Rio de Janieiro per le ultime decisive giornate del vertice. Sostiene Ferrante: “Grazie anche al ruolo svolto dal ministro dell’Ambiente Clini, i Governi di tutto il mondo salveranno forse la faccia e il vertice internazionale sullo sviluppo sostenibile “Rio + 20” eviterà il rischio del fallimento totale. Molto probabilmente nella dichiarazione finale non ci saranno obiettivi numerici da raggiungere in nessuno dei settori presi in esame, ma perlomeno a Rio è apparso evidente che il mondo è invece pronto per la svolta ancora mancata.”
“Ovviamente – continua Ferrante – per un giudizio completo sarà bene attendere venerdì sera, ma se da una parte non possono essere sottovalutate le importanti novità che si stanno profilando per cui per la prima volta la green economy sarà indicata in documento dell’Onu approvato per consenso da tutti; dall’altra non si può certo dare torto alle associazioni ambientaliste, ma anche ai movimenti sociali che tengono il loro consueto “contro meeting” negli stessi giorni, quando lamentano la totale vaghezza del documento su impegni, tempi e soprattutto risorse. Insomma sembra confermata anche qui la distanza abissale che separa le potenzialità offerte dall’innovazione tecnologica e dalla vivacità della società civile, dalla capacità della politica di offrire risposte concrete”.

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