Disuguaglianze oncologiche, la Commissione UE presenta i primi profili sul cancro per Paese

Disuguaglianze oncologiche, la Commissione UE presenta i primi profili sul cancro per Paese (foto Pixabay)

Il cancro è la seconda causa di mortalità nell’UE: è quanto emerso dai primi profili sul cancro per Paese, tratti dal registro europeo delle disuguaglianze oncologiche (per tutti gli Stati membri dell’UE più Norvegia e Islanda), presentati oggi dalla Commissione UE e l’OCSE, alla vigilia della giornata mondiale per la lotta contro il cancro, che cade il 4 febbraio.

Tali profili – spiega la Commissione in una nota – fungono da strumenti per individuare le disuguaglianze nella prevenzione e nella cura del cancro. Evidenziano i principali risultati conseguiti, le sfide e le disparità all’interno di ciascun paese e confrontano i risultati dei singoli paesi con la situazione nell’UE nel suo complesso.

Tra i principali risultati emersi dall’analisi, troviamo il dato sulle somme spese dai Paesi dell’UE per le cure oncologiche (nel 2018), che ammontano a quasi 170 miliardi di EUR. Emerge, inoltre, che il cancro ai polmoni rimane di gran lunga la causa più comune di morte per tumore.

Vi sono, però, grandi disuguaglianze nei tassi di mortalità per cancro tra i Paesi dell’UE e al loro interno. Ciò – spiega la Commissione – può essere in parte spiegato dai diversi gradi di esposizione ai fattori di rischio oncologico, ma anche dalla diversa capacità dei sistemi sanitari di assicurare un accesso tempestivo e gratuito alla diagnosi precoce e all’elevata qualità dell’assistenza e delle cure oncologiche.

“I profili mostrano, quindi, che individuare le sfide e condividere le migliori pratiche tra gli Stati membri possono aiutare i Paesi a ridurre le disuguaglianze oncologiche“, afferma la Commissione.

Disuguaglianze oncologiche, alcuni dati rilevanti

I profili mettono in luce altri elementi importanti, evidenziati dalla Commissione UE nella nota stampa. Emerge, come detto, che il cancro, che rappresenta il 26% di tutti i decessi, è la seconda causa di mortalità nell’UE dopo le malattie cardiocircolatorie. Inoltre alcuni Paesi riportano valori di mortalità oncologica pari quasi al doppio di altri, e si notano ampie disparità tra i generi.

Si rilevano anche ampie disuguaglianze socioeconomiche nella mortalità per cancro, che – spiega la Commissione UE – si spiegano in parte con la diversa esposizione a fattori di rischio quali il fumo, l’obesità, il consumo nocivo di alcol o l’inquinamento atmosferico.

 

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Emergono anche dati rilevanti sulle sfide che i Paesi devono affrontare per fornire cure oncologiche di alta qualità. Alcuni sono ben attrezzati, ma mancano di personale sanitario qualificato, mentre altri hanno un numero elevato di medici qualificati, ma non dispongono, ad esempio, di sufficienti apparecchiature per radioterapia.

La spesa per la prevenzione, infine, è aumentata negli ultimi anni, però rappresenta ancora solo il 3,4 % della spesa sanitaria complessiva.

Le azioni per ridurre le disuguaglianze

La Commissione UE ha già realizzato diverse azioni per la lotta contro il cancro. Più recentemente, il 23 gennaio, la Commissione ha avviato l’iniziativa europea sull’imaging dei tumori, per aiutare i prestatori di assistenza sanitaria, gli istituti di ricerca e gli innovatori a utilizzare al meglio soluzioni innovative basate sui dati per le terapie e le cure oncologiche.

Mentre la nuova raccomandazione del Consiglio sullo screening dei tumori, adottata nel dicembre 2022, è anche un elemento chiave di un nuovo programma di screening oncologico finanziato dall’UE, che mira a offrire lo screening dei tumori della mammella, della cervice uterina e del colon-retto al 90% degli europei ammissibili; il programma è stato ampliato per includere il cancro ai polmoni, alla prostata e, in determinate condizioni, il carcinoma gastrico.

Tra le principali iniziative previste per il prossimo anno si segnala quella della Commissione UE, che presenterà una proposta di raccomandazione del Consiglio sui tumori prevenibili con vaccino, unitamente a un aggiornamento della raccomandazione del Consiglio del 2009 sugli ambienti senza fumo, per aumentare la protezione dei cittadini dal tabacco e contribuire a conseguire l’obiettivo di una generazione senza tabacco entro il 2024.


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