Fondazione Moressa: Nord Est, imprese straniere valgono 6,4% del Pil
Le 100 mila imprese condotte da stranieri nel Nord Est valgono il 6,4% del Prodotto interno lordo del territorio, per un ammontare di 19 miliardi di euro. Il Nord Est annovera complessivamente 93.402 imprenditori di origine straniera (il 9,6% del totale). Il settore delle costruzioni è quello più rappresentato. Nonostante l’apporto alla crescita economica e sociale, i lavoratori stranieri continuano però a ricevere una retribuzione mensile inferiore ai colleghi italiani di 225 euro.
Sono alcuni dei dati che emergono dal Rapporto Annuale sull’Economia dell’Immigrazione realizzato dalla Fondazione Leone Moressa, patrocinato dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e dal Ministero degli Affari Esteri, e presentato oggi a Venezia. I numeri dicono che gli stranieri rappresentano una risorsa importante per il Nord Est, dove le quasi 100mila imprese condotte da imprenditori stranieri concorrono alla produzione del 6,4% del Pil complessivo dell’area, per un ammontare di 19 miliardi di euro. Il maggior contributo è dato dalle costruzioni, dove le imprese straniere producono il 18,4% della produzione totale del settore, seguito dal commercio (9,6%), dalla manifattura e dai servizi alle persone (7,4%).
“Questo rapporto fornisce un contributo importante e “accende i riflettori” su quella maggioranza silenziosa di immigrati che contribuisce in modo rilevante al buon funzionamento del paese, della sua economia e dei suoi servizi – ha sottolineato José Angel Oropeza, Direttore dell’Ufficio di coordinamento per il Mediterraneo dell’OIM – Senza di loro l’intero sistema economico italiano andrebbe incontro a gravi difficoltà: una realtà frequentemente trascurata dai mezzi di informazione, e di conseguenza spesso anche ignorata da parte dell’opinione pubblica. Una realtà ancora più presente nel Nord Est, dove la presenza di immigrati lavoratori è particolarmente alta e dove i livelli di integrazione sono tra i più elevati del paese”.
In tre anni, dal 2008 al 2011, si è assistito però anche a un aumento del tasso di disoccupazione fra gli stranieri, che è passato dall’8,5% al 10,7% raggiungendo 70mila immigrati senza lavoro. Dal punto di vista dell’occupazione si contano comunque quasi 600mila lavoratori di origine straniera, pari all’11,6% del totale: in questo caso l’Emilia Romagna e il Veneto mostrano incidenze superiori (12,6% e 11,8%). I lavoratori stranieri continuano a guadagnare di meno rispetto agli italiani: la cifra media è di poco superiore a mille euro, 255 euro in meno rispetto ai colleghi italiani. I contribuenti nati all’estero hanno dichiarato al fisco 4,6 miliardi di euro in Veneto e 4,2 miliardi di euro in Emilia Romagna e pagano l’Irpef per una cifra compresa tra i 2.330 euro a persona in Emilia Romagna e i 2.970 euro a persona del Friuli Venezia Giulia.
I livelli di povertà sono ancora superiori rispetto alle famiglie italiane. Il 42,2% delle famiglie straniere vive al di sotto della soglia di povertà contro il 12,6% delle famiglie italiane. Pesa anche la differenza di reddito percepito, che permette di risparmiare molto poco.

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