"La scuola che vorrei", Agia: gli studenti chiedono dialogo e nuovi metodi didattici

"La scuola che vorrei", Agia: gli studenti chiedono dialogo e nuovi metodi didattici

“La scuola che vorrei”, Agia: gli studenti chiedono dialogo e nuovi metodi didattici

Tante le richieste degli studenti e delle studentesse che hanno partecipato alla consultazione pubblica “La scuola che vorrei”. Tra queste: più dialogo e ascolto da parte dei docenti, spazi extra-scolastici, un metodo di insegnamento che vada oltre la didattica frontale

Più dialogo con i docenti, attraverso momenti di scambio di opinioni. Un nuovo modo di fare lezione – superando il concetto di aula tradizionale, ricorrendo anche all’utilizzo di spazi extra-scolastici come musei, biblioteche e impianti sportivi – e prevedendo luoghi di ascolto. E ancora, insegnamenti a scelta in aggiunta alle materie comuni e un nuovo metodo, che vada oltre la didattica frontale. Sono, queste, alcune delle richieste espresse dagli oltre 10 mila studenti che hanno preso parte alla consultazione pubblica “La scuola che vorrei, promossa dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza e ospitata dal portale Skuola.net.

“La scuola che vorrei”, i risultati della consultazione

Cosa chiedono, dunque, gli studenti e le studentesse? Spazi laboratorio per l’apprendimento sul campo (36%) e ambienti organizzati in funzione delle attività da svolgere (21%). Per il 42% sarebbe importante avere o valorizzare spazi extra-scolastici, come ad esempio musei, biblioteche e impianti sportivi.

L’85,3% riconosce poi l’importanza di affiancare a un gruppo di insegnamenti comuni alcune materie a scelta, mentre l’82,5% sottolinea all’esigenza di semplificare i programmi e di aggiungere discipline innovative. Tra le più gettonate: lingue con docenti madrelingua (56,9%) e l’educazione in ambiente digitale (50,6%).

Diverse le richieste per quanto riguarda il rapporto tra docenti e studenti e studentesse. Il 73,7% considera molto importante un maggiore dialogo, con momenti dedicati all’ascolto e allo scambio di opinioni. Una simile percentuale (73,3%) di partecipanti alla consultazione assegna notevole importanza al benessere scolastico in generale.

 

la scuola che vorrei

 

In tema di voti e giudizi, per il 36% nelle valutazioni va valorizzato il riconoscimento dell’impegno, per il 29% si deve tenere conto anche delle diverse capacità dei ragazzi e per il 21% esse vanno articolate attraverso differenti strumenti, come ad esempio il giudizio più il voto.

Promozioni e bocciature – secondo gli intervistati – andrebbero riviste, poiché fanno riferimento a un modello di scuola oramai superato (26,4% abbastanza d’accordo più 31,8% pienamente d’accordo). Inoltre, per evitare le bocciature, complessivamente il 78,3% si dice d’accordo che sarebbe necessario più dialogo tra alunni e professori e tra studenti, docenti e genitori.

“In un momento come questo, nel quale gli studenti stanno chiedendo a gran voce di essere ascoltati sul futuro dell’istruzione, la consultazione ‘La scuola che vorrei’, promossa dall’Agia come azione per realizzare il diritto alla partecipazione dei minorenni, assume un valore cruciale – afferma l’Autorità garante Carla Garlatti. – Per questo andrò dal Ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi, per invitarlo a prendere in considerazione queste risposte”.

“Non solo perché l’ascolto di ragazze e ragazzi sulle decisioni che li riguardano è un preciso dovere previsto dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza sin dal 1989. Ma perché – conclude – è giunto il momento che a questo diritto si dia veramente attuazione, prendendo in adeguata considerazione le loro richieste e i loro bisogni”.


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