In Campania dall’inizio del 2012 100 case famiglie sono state chiuse e quelle che ancora accolgono minori abbandonati o in condizioni di disagio si ritrovano a fronteggiare ritardi nei pagamenti da parte del Comune che hanno raggiunto i 38 mesi. Le cooperative che gestiscono queste strutture sono allo stremo e per questo Confcooperative- Federsolidarietà, Federcooperative, Federazione SAM, Comitato Welfare non è un Lusso, Collettivo Operatori Sociali e Federazione ARCA hanno proclamato uno sciopero della fame. Da lunedì 10 giugno tutti i dirigenti degli enti gestori delle comunità per minori scioperano in un presidio permanente presso la sede di Palazzo San Giacomo, sostenuti dagli operatori sociali che resteranno in blocco giorno e notte.
Anche i dipendenti della filiale di Banca Etica di Napoli aderiscono allo sciopero della fame nella giornata di oggi: “Dipendenti e soci di Banca popolare Etica – si legge in una nota – sono al fianco dei tanti lavoratori che con impegno, passione e responsabilità fanno funzionare ogni giorno le case famiglia di Napoli che accolgono minori abbandonati o in condizioni di disagio”.
La situazione è giunta oramai al limite per tutti coloro che operano nel sociale a Napoli. Nonostante il “decreto salva Napoli” abbia portato nelle casse comunali 58 milioni di euro, ancora nessun pagamento ha risollevato il destino delle comunità per minori che sono costrette ad anticipare i costi dei servizi e a contrarre debiti colossali, rischiando il collasso e la chiusura.


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