Salute mentale, Telefono Amico Italia: nel 2021 più di 100mila richieste d’aiuto

Salute mentale, Telefono Amico Italia: nel 2021 più di 100mila richieste d’aiuto

Salute mentale, Telefono Amico Italia: nel 2021 più di 100mila richieste d’aiuto

Le richieste di aiuto ricevute da Telefono Amico sono aumentate del 85% rispetto al pre-pandemia. Secondo lo psichiatra Maurizio Pompili “è proprio adesso che iniziano a essere evidenti le ferite lasciate dalla pandemia sulle persone più colpite emotivamente”

A due anni dall’inizio della pandemia le condizioni psicologiche ed emotive delle persone sono ancora critiche. Lo dimostrano i dati di Telefono Amico Italia, che nel 2021 ha superato la soglia delle 100mila richieste d’aiuto ricevute. L’aumento rispetto alla situazione pre-pandemia è drammatico: infatti le richieste d’aiuto sono cresciute dell’85% e la situazione è in progressivo peggioramento. Per quanto riguarda l’anno 2021 le richieste d’aiuto sono cresciute del 13% rispetto all’anno precedente.

Insicurezza per il futuro, la sensazione di disperazione e, per i più giovani, la maturazione affettiva mancata per l’assenza del confronto con i pari: sono le maggiori difficoltà riscontrate. E “coloro che sono stati più danneggiati e che non hanno avuto la possibilità di avere un compenso dal punto di vista psicopatologico resteranno indietro“, afferma Maurizio Pompili, Professore Ordinario di Psichiatria presso Sapienza Università di Roma e Direttore della UOC di Psichiatria presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Andrea di Roma.

“È proprio adesso che si iniziano a vedere con chiarezza i danni della situazione vissuta in questi due anni – spiega Maurizio Pompili. – Se da un lato la società sta ripartendo e si comincia a intravedere il ritorno alla normalità, dall’altro iniziano a essere evidenti le ferite lasciate dalla pandemia sulle persone più colpite emotivamente“.

Salute mentale, i dati di Telefono Amico

Il servizio WhatsApp Amico (raggiungibile via chat al 324 011 72 52 tutti i giorni dalle 18 alle 21) è quello che ha riscontrato l’aumento più considerevole di utenti rispetto al 2020: le richieste d’aiuto ricevute dai volontari sono aumentate del 56%, passando dalle oltre 6mila a quasi 10mila. WhatsApp Amico è, inoltre, il servizio di ascolto più utilizzato dai giovani: il 27,8% degli utenti ha tra i 19 e 25 anni, il 22,8% tra i 26 e i 35 e il 19,2% ha tra i 15 e i 18 anni. Gli utenti sono per il 66% donne.

 

salute mentale

 

Il servizio telefonico (numero unico nazionale 02 2327 2327) è, invece, quello che ha riscontrato un maggior incremento di nuovi utenti – persone che in passato non avevano mai chiesto aiuto a Telefono Amico Italia – rispetto al primo anno di pandemia: nel 2021 sono stati oltre 46.500, il 35% in più rispetto allo scorso anno, e sono cresciuti addirittura del 160% rispetto al pre-pandemia. Il 24,91% di chi chiama ha tra i 46 e i 55 anni, a seguire le fasce di età più rappresentate sono quella tra i 56 e i 65 anni (21,8%) e tra i 36 e i 45 (21,53%).

Le principali esigenze di chi si rivolge ai servizi di ascolto

Secondo quanto emerso dall’analisi di Telefono Amico Italia, il 58%, sia di chi chiama sia di chi scrive su WhatsApp o Mail@mica, segnala problematiche legate all’area del sé, come bisogno di compagnia, tematiche esistenziali, solitudine; un’altra parte di utenza (il 23% di chi telefona, il 32% di chi utilizza WhatsApp e il 21% di chi scrive utilizzando la mail) si trova ad affrontare difficoltà relazionali con famigliari, amici, partner; altri utenti ancora (il 7% per telefono e WhatsApp e l’11% per il servizio di ascolto via email) si trovano a vivere una situazione di emarginazione.

Desta preoccupazione anche l’aumento delle telefonate con segnalazioni di malattia psichica, che sono cresciute del 29% rispetto allo scorso anno.

“L’impatto della pandemia su coloro che erano già alle prese con problematiche psicopatologiche è un tema che ha preoccupato fin dall’inizio – prosegue il Professor Pompili – Le conseguenze sono state importanti soprattutto per le “situazioni sotto soglia”, che non avevano ancora una condizione conclamata; nei casi in cui c’era già una presa in carico è stato possibile continuare a seguire i pazienti. Per coloro che, invece, avevano vulnerabilità più nascoste l’effetto della pandemia ha facilitato l’insorgenza di condizioni più serie“.


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

 

Parliamone ;-)