Un duro colpo non solo per gli animalisti: la notizia del traffico illecito di cuccioli, sventato ieri nell’operazione Maky (dal nome di uno dei cuccioli trovato quasi morente e poi salvato) condotta dal nucleo investigativo provinciale di Polizia Ambientale e Forestale di Lodi, ha sconvolto un po’ tutti. Un giro d’affari criminale da circa 1 milione di euro l’anno.
Durante le indagini sono stati sequestrati 88 cuccioli: i cani – tutti di meno di tre mesi – venivano stipati nel bagagliaio e nell’abitacolo di macchine di grande cilindrata prese a noleggio. Portati a San Giuliano, nel milanese, era data loro una nuova identità, venivano dotati di microchip e libretti sanitari che attestavano la loro provenienza dall’Italia. Poi erano venduti via internet o in alcuni negozi di animali a un prezzo a volte anche 1 volte superiore a quello dell’acquisto nei Paesi dell’Est.
“Siamo di fronte ad un business criminale che ha superato nel 2013 il valore record di oltre mezzo miliardo con un crescita del 70% negli anni della crisi” commenta la Coldiretti. “La sensibilità degli italiani per gli animali viene sfruttata per fare affari sporchi dietro i quali – sottolinea la Coldiretti – si nascondono spesso storie di sfruttamento e maltrattamenti. Comportamenti che non solo non rispettano il benessere degli animali ma mettono a rischio anche la salute dei cittadini che possono cadere nell’incauto acquisto. Un danno anche per chi – conclude la Coldiretti – è impegnato in Italia nell’attività di allevamento attenendosi scrupolosamente alle norme di legge”.


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