Violenza sulle donne

Violenza di genere, le richieste del Parlamento europeo

Con una donna su tre vittima di violenza sessuale o fisica durante la vita, non c’è bisogno di altri numeri per spiegare perché ancora serva una Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Che è sempre una violenza multipla e spesso subdola, perché può essere fisica e sessuale, può assumere la forma di prevaricazione psicologica e dipendenza economica. È un abuso di potere e uno squilibrio di potere. E nessun paese al mondo si salva.

 

immagine onu violenza contro donne
Violence against women. Fonte: UN Women

Onu: una questione di squilibrio di potere

Così oggi, 25 novembre, ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita dalle Nazioni Unite nel 1999.

«La violenza sessuale contro donne e ragazze è radicata in secoli di dominio maschile – ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres –  Non dimentichiamo che le disparità di genere che alimentano la cultura dello stupro sono essenzialmente una questione di squilibri di potere».

Eccoli dunque, i numeri dello squilibrio di potere che l’Onu torna a diffondere oggi per ricordare quanto la situazione sia allarmante.

Una donna su tre ha subito una violenza fisica o sessuale nel corso della vita, spesso da un partner intimo.

Solo il 52% delle donne sposate, o coinvolte in una relazione, decide liberamente su relazioni sessuali, uso dei contraccettivi e assistenza sanitaria.

In tutto il mondo, quasi 750 milioni di donne e ragazze si sono sposate prima di compiere 18 anni (non c’è bisogno di dire che si tratta di matrimoni forzati e di spose bambine) e 200 milioni di donne e ragazze sono state vittima di mutilazioni genitali femminili.

Le donne uccise sono vittima della famiglia, del marito o del partner in un caso su due. Nel 2017, una donna su due vittima di un omicidio è stata uccisa dal partner o dalla famiglia (questo rapporto per gli uomini è di uno su 20).

Le donne sono le principali vittime di tratta. Il 71% di tutte le vittime della tratta di esseri umani nel mondo sono donne e ragazze; 3 su 4 sono sottoposte a sfruttamento sessuale.

 

Non c’è un luogo sicuro

La violenza contro le donne è pervasiva, si estende dalle quattro mura di casa all’ambiente di lavoro alle campagne d’odio online. Dice la Commissione europea in una dichiarazione rilasciata in vista di questa giornata: «La violenza contro le donne avviene ovunque, non c’è un luogo sicuro, neppure la propria casa. Al contrario. Le donne ne sono vittima a casa e anche al lavoro, a scuola e all’università, per strada, durante i trasferimenti forzati e la migrazione, e sempre di più su Internet attraverso la violenza online e l’incitamento all’odio. La dimensione del problema continua a essere allarmante: in Europa, una donna su tre ha subito una violenza fisica e/o sessuale. Quasi tutte le vittime della tratta di esseri umani a fini di sfruttamento sessuale nell’UE sono donne e ragazze.»

E se la stima diffusa dalle istituzioni internazionali è che un terzo delle donne e delle ragazze in tutto il mondo subisca violenza nel corso della propria vita, il dato potrebbe essere addirittura sottostimato perché potrebbe rappresentare solo la punta dell’iceberg, considerato che spesso le violenze (nella loro molteplice forma) non vengono denunciate per paura, per vergogna, per la stigmatizzazione che si portano dietro.

Non Una di Meno

L’allarme arriva anche dalla rete femminista Non Una di Meno, che sabato è scesa in piazza.

«In tutto il mondo le donne sono in rivolta contro la violenza patriarcale, razzista, istituzionale, ambientale ed economica».

L’Italia non fa eccezione. E nel mirino della rete di Non Una di Meno finiscono anche le modalità con cui vengono raccontati sui media gli omicidi delle donne, quasi che ci sia una difficoltà di fondo a trovare le parole per spiegare questo fenomeno, al di là degli stereotipi o dei ricorrenti “raptus” o quant’altro che dicono poco e banalizzano molto, soprattutto a danno del genere femminile.

Dicono da Non Una di Meno: «Ogni 72 ore in Italia una donna viene uccisa da una persona di sua conoscenza, solitamente il suo partner, e continuano le violenze omolesbotransfobiche. Sono i giornali a valutare quale dei tanti femminicidi debba essere raccontato e come. Quello del “gigante buono” – come nel caso di Elisa Pomarelli – o quello di chi “se l’è cercata”. Quello della vittima dell’invasore nero o del raptus di gelosia, nel caso si tratti di un marito italiano. Noi invece sappiamo che la violenza può colpire chiunque di noi e che non ha passaporto, colore né classe sociale, ma spesso ha le chiavi di casa».


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Scrive per noi

Sabrina Bergamini
Sabrina Bergamini
Giornalista professionista. Direttrice di Help Consumatori. Romana. Sono arrivata a Help Consumatori nel 2006 e da allora mi occupo soprattutto di consumi e consumatori, società e ambiente, bambini e infanzia, salute e privacy. Mi appassionano soprattutto i diritti, il sociale e tutti quei temi che spesso finiscono a fondo pagina. Alla ricerca di una strada personale nel magico mondo del giornalismo ho collaborato come freelance con Reset DOC, La Nuova Ecologia, Il Riformista, IMGPress. Sono laureata con lode in Scienze della Comunicazione alla Sapienza con una tesi sul confronto di quattro quotidiani italiani durante la guerra del Kosovo e ho proseguito gli studi con un master su Immigrati e Rifugiati. Le cause perse sono il mio forte. Hobby: narrativa contemporanea, cinema, passeggiate al mare.

Parliamone ;-)