
Addio auto inquinanti, in Italia si discute (perché siamo indietro sull’elettrico) (Foto di Erich Westendarp da Pixabay)
Addio auto inquinanti, in Italia si discute (perché siamo indietro sull’elettrico)
Lo stop alle nuove immatricolazioni delle auto e dei furgoni inquinanti viene accolto dal Governo come un fattore di rischio per il lavoro e l’occupazione. Ma sul piatto c’è la transizione ecologica. Mentre Bruxelles rilancia con l’obiettivo zero emissioni per i nuovi autobus urbani dal 2030
Fa discutere l’addio dell’Europa alle nuove auto a benzina e diesel dal 2035. Lo stop alle nuove immatricolazioni delle auto e dei furgoni inquinanti viene accolto dal Governo come un fattore di rischio per il lavoro e l’occupazione nel settore dell’automotive, a fronte di un’Italia in ritardo sulla mobilità elettrica. Ma sul piatto c’è la transizione ecologica e dunque la necessità di fare qualcosa di concreto contro la crisi climatica, con tutto quello che ne consegue in termini di problemi per la salute e per l’ambiente.
Nel frattempo, insieme al voto del Parlamento europeo di ieri, la stessa Commissione europea ha rilanciato con una nuova proposta su autobus e camion. L’obiettivo di Bruxelles è quello di avere zero emissioni per i nuovi autobus urbani a partire dal 2030 e un taglio del 90% delle emissioni dei nuovi camion entro il 2040.
🔵#Radioanchio @adolfo_urso @mimit_gov Auto inquinanti, stop alla vendita dal 2035 #Automotive: “Con questi tempi e queste modalità c’è un rischio occupazione e un rischio lavoro. Non abbiamo il tempo per riconvertire il nostro sistema industriale, perché siamo partiti tardi” pic.twitter.com/Mi0mlRDb5x
— Rai Radio1 (@Radio1Rai) February 15, 2023
Stop nuove auto inquinanti dal 2035, Urso: rischio occupazione
Lo stop a benzina e diesel inquinanti di nuova immatricolazione a partire dal 2035 votato ieri dal Parlamento europeo prevede anche obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni per il 2030, che sono stati fissati al 55% per le autovetture e al 50% per i furgoni.
In Italia si è espresso questa mattina il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso che a Rai Radio1 ha detto: «Con questi tempi e queste modalità c’è un rischio occupazione e un rischio lavoro. Non abbiamo il tempo per riconvertire il nostro sistema industriale, perché siamo partiti tardi».
«La strategia – ha detto Urso intervistato da Rai Radio1 – è quella di accelerare sugli investimenti, sulle nuove tecnologie, sugli stabilimenti, sulla filiera delle batterie elettriche, sulla realizzazione di colonnine elettriche, ma siamo in estremo ritardo. In Italia ci sono appena 36mila punti di ricarica a fronte dei 90mila dell’Olanda; questo sottolinea che negli anni passati si è fatto poco. Sulla direttiva che mette al bando le auto a motore termico dal 2035 dobbiamo confrontarci con l’Europa: i tempi e i modi che l’Europa ci impone non coincidono con la realtà europea e italiana» (Fonte: ItaliaOggi).
La “exit strategy” delineata dal Governo punta a una maggiore gradualità nello stop alla vendita dei veicoli inquinanti, come emerge dalle parole del ministro dell’Ambiente e Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin.
«Gli obiettivi ambientali non sono in discussione: benzina e diesel sono inquinanti per le nostre città e incidono negativamente sull’effetto serra – dice il ministro in una nota – Crediamo però che questa ‘exit strategy’ debba condurre a medio termine a un comparto riconvertito più forte, con salde prospettive di sviluppo che tutelino professionalità e posti di lavoro».
«Il governo – prosegue il ministro – ha manifestato a più riprese le proprie perplessità sui tempi e i modi che ha stabilito l’Europa per il superamento dei motori a benzina e diesel. L’automotive italiana esprime da sempre talento ed eccellenza, rappresenta il 20% del Pil ed è un comparto strategico che dà lavoro a 250.000 persone. Ora – spiega Pichetto – dobbiamo procedere su due direttrici: da un lato promuovere una maggiore gradualità nello stop alla commercializzazione dei veicoli, dall’altro spingere al massimo nella produzione dei biocarburanti, che rappresentano una filiera pulita che consentirebbe di mantenere l’attuale impostazione del sistema produttivo dell’automotive».
🔵#Radioanchio @adolfo_urso @mimit_gov Auto inquinanti, stop alla vendita dal 2035 #Automotive: “Gli incentivi per le auto elettriche lo scorso anno sono rimasti in gran parte inutilizzati. Le macchine elettriche costano troppo e sono sostanzialmente ad appannaggio dei ricchi” pic.twitter.com/Nd3HlGTjfp
— Rai Radio1 (@Radio1Rai) February 15, 2023
Commissione europea: nuovi obiettivi su autobus urbani e camion
Nel frattempo Bruxelles ha rilanciato con nuovi obiettivi per le emissioni di CO2 dei veicoli pesanti nuovi. La Commissione ha infatti proposto l’obiettivo zero emissioni per i nuovi autobus urbani a partire dal 2030 e un taglio del 90% delle emissioni dei nuovi camion entro il 2040.
«Camion, autobus urbani e pullman a lunga percorrenza generano oltre il 6% delle emissioni totali di gas serra dell’UE e più del 25% delle emissioni di gas serra del trasporto su strada: i nuovi obiettivi aiuteranno rendere meno inquinante il settore dei trasporti», spiega Bruxelles.
La Commissione ha proposto dunque di introdurre gradualmente livelli di emissioni di CO2 più rigorosi per quasi tutti i veicoli pesanti nuovi con emissioni di CO2 certificate, nello specifico: emissioni ridotte del 45% a partire dal 2030; del 65% a partire dal 2035 e del 90% a partire dal 2040. Per accelerare la diffusione degli autobus a emissioni zero nelle città, la Commissione ha proposto inoltre che a partire dal 2030 tutti i nuovi autobus urbani non ne debbano più produrre.
«Se vogliamo raggiungere i nostri obiettivi climatici e azzerare l’inquinamento occorre che tutte le parti del settore dei trasporti contribuiscano attivamente – ha detto ieri Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo – Nel 2050 quasi tutti i veicoli che circoleranno sulle nostre strade non dovranno più rilasciare emissioni: ce lo impone la normativa sul clima, lo esigono le nostre città, e i nostri fabbricanti si stanno preparando. Con la proposta odierna facciamo in modo che i nuovi camion siano meno inquinanti e che nelle nostre città aumenti il numero di autobus a zero emissioni. La lotta alla crisi climatica, una migliore qualità di vita dei cittadini e lo stimolo della competitività industriale dell’Europa vanno di pari passo».
Legambiente: abbiamo dodici anni per riconvertire l’automotive
Lo stop alle auto a benzina e diesel dal 2035 è accolto positivamente da Legambiente che parla di un “segnale positivo” nella direzione della transizione ecologica.
«Positivo il via libera del Parlamento europeo, che ha approvato definitivamente la misura che prevede, dal 2035, il divieto in Europa di vendere i veicoli a motore termico, alimentati a benzina o a diesel, che andranno dunque sostituiti con le alternative a zero emissioni, come l’auto elettrica – ha commentato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – Il voto, arrivato dopo mesi di trattative, è un segnale positivo che va nella direzione della giusta transizione ecologica anche nel comparto auto, fondamentale per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Abbiamo di fronte a noi dodici anni per riconvertire la filiera automotive e per arrivare pronti a questa nuova scadenza europea in cui la mobilità elettrica diventerà centrale. Non si perda tempo in sterili polemiche e non si perda l’occasione di rendere le nostre città più vivibili, sostenibili e anche meno inquinate, con un cambio di passo puntando sulla mobilità sostenibile, elettrica, intermodale, pubblica e condivisa».
L’associazione non può che ricordare il peso dell’emergenza smog. In Europa è la prima causa di morte prematura dovuta a fattori ambientali e l’Italia registra un triste primato, con più di 52.000 decessi annui da PM2.5, pari a 1/5 di quelli rilevate in tutto il continente.

Scrive per noi

- Giornalista professionista. Direttrice di Help Consumatori. Romana. Sono arrivata a Help Consumatori nel 2006 e da allora mi occupo soprattutto di consumi e consumatori, società e ambiente, bambini e infanzia, salute e privacy. Mi appassionano soprattutto i diritti, il sociale e tutti quei temi che spesso finiscono a fondo pagina. Alla ricerca di una strada personale nel magico mondo del giornalismo ho collaborato come freelance con Reset DOC, La Nuova Ecologia, Il Riformista, IMGPress. Sono laureata con lode in Scienze della Comunicazione alla Sapienza con una tesi sul confronto di quattro quotidiani italiani durante la guerra del Kosovo e ho proseguito gli studi con un master su Immigrati e Rifugiati. Le cause perse sono il mio forte. Hobby: narrativa contemporanea, cinema, passeggiate al mare.
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