Rifiuti in plastica, in arrivo norme più severe contro le esportazioni dalla Ue
Il Parlamento europeo ha approvato le nuove misure di controllo per le spedizioni di rifiuti. Sarà vietata l’esportazione di rifiuti in plastica verso paesi non Ocse
Le norme per l’esportazione di rifiuti dall’UE verso paesi terzi saranno più severe. Stop alle esportazioni di rifiuti in plastica: questo commercio sarà completamente vietato entro due anni e mezzo dalla data di entrata in vigore del regolamento per quanto riguarda i paesi non Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). Per quanto riguarda le esportazioni verso paesi Ocse, invece, rimarranno consentite ma saranno inasprite le condizioni esistenti.
Con 587 voti favorevoli, 8 contrari e 33 astensioni, i deputati hanno approvato l’accordo raggiunto con il Consiglio che mira a proteggere più efficacemente l’ambiente e la salute umana, contribuendo allo stesso tempo agli obiettivi dell’economia circolare dell’UE e dell’inquinamento zero.
32 milioni di tonnellate di rifiuti spediti
Stando ai dati di Eurostat ammontano a oltre 32 mln di tonnellate i rifiuti spediti annualmente verso i Paesi extra-Ue, in particolare Turchia, India, Regno Unito, Svizzera, Norvegia, Egitto, Pakistan, Indonesia, Marocco e Usa.
All’interno dell’UE, lo scambio di informazioni e dati sulle spedizioni di rifiuti sarà digitalizzato, attraverso un hub elettronico centrale, per migliorare la comunicazione e la trasparenza. I rifiuti di spedizione destinati ad essere smaltiti in un altro paese dell’UE saranno consentiti solo in circostanze eccezionali.
La relatrice Pernille Weiss commenta: “Questa legge offre maggiore certezza ai cittadini europei che i nostri rifiuti saranno gestiti in modo appropriato, indipendentemente da dove saranno spediti. L’UE si assumerà finalmente la responsabilità dei suoi rifiuti di plastica vietandone l’esportazione verso paesi non appartenenti all’OCSE. I rifiuti sono una risorsa quando sono gestiti correttamente, ma non dovrebbero in nessun caso causare danni all’ambiente o alla salute umana”.