La distanza  sull’innovazione fra l’Italia e i principali paesi si va ampliando: mentre le tendenze mondiali vedono un aumento dell’informatica e delle telecomunicazioni, i dati in Italia sono in flessione per l’intero comparto. Nel 2010/2011, l’ICT (Information and Communication Technology) segnala una flessione del 3,6%, anche se software e servizi legati a Internet segnalano un aumento del 5,9%. La domanda di IT scende a meno 4,1%, trascinata dal calo dell’hardware. I pc segnalano una flessione, le tcl diminuiscono del 3,4%, la telefonia mobile segnala meno 4,7%. Nuove opportunità, e numeri positivi, riguardano invece le componenti innovative del mercato digitale, dai tablet (più 124,8%) agli smartphone (più 33,6%), agli e-reader (più 718,8%). È il quadro che emerge dal Rapporto Assinform 2012 presentato oggi a Milano.

Si approfondisce dunque il divario fra l’Italia e l’estero, dove dove l’Ict cresce del 4,3% , le Tlc aumentano del +5,7%, l’It è a +2,4%. In particolare, in Italia ci sono ritardi importanti da colmare rispetto all’Unione europea, che spaziano dall’uso di internet all’uso dell’home banking, dall’accesso alla banda larga alla diffusione degli acquisti online.

Nel 2011 il mercato italiano dell’Ict, nelle sue componenti tradizionali, hardware, software e servizi, ha subito un’ulteriore contrazione dell’ordine di -3,6% rispetto all’anno precedente. Questi dati, a fronte di un aumento medio mondiale della domanda di Ict di + 4,4%,mettono in luce in modo drammatico dove si concentrano le difficoltà di ripresa della nostra economia, che fa ancora troppa, estrema, fatica ad agganciarsi all’innovazione digitale come motore della crescita”. Così ha esordito il presidente di Assinform Paolo Angelucci, nell’illustrare i risultati emersi dal 43° Rapporto Assinform relativi alle performance del settore Ict nel 2011.

L’It italiana è passata dal – 1,4% di fine 2010 a chiudere il 2011 con un ulteriore calo di -4,1% (Tlc da – 3,0% a -3,4%). Se il confronto con i trend medi mondiali appare impietoso, con l’informatica in salita a + 2,4% e le Tlc a +5,7% nel 2011, entrando in maggior dettaglio si nota che la crisi ha determinato rilevanti differenze di perfomance fra paesi. Da una parte, rimangono trainanti gli Usa con l’It a +3,1% (+ 5,1 nel 2010) e la Germania con + 2,3% (+ 2,6% nel 2010), dall’altra economie confrontabili con quella italiana appaiono in affanno, con la Francia a + 0,3%, l’ Uk – 0,7%, peggio di noi la Spagna con – 5,3%, per una media europea che nel 2011 non è andata oltre il + 0,5%. Il risultato, tuttavia, è che la distanza sull’innovazione fra l’Italia e i principali paesi si va allargando.

“C’è, tuttavia, una buona notizia – ha continuato Angelucci – al calo della domanda Ict tradizionale, si sta contrapponendo l’emersione di un nuovo perimetro del mercato digitale, che tende ad ampliarsi in virtù della crescita delle componenti più innovative, legate alla penetrazione del web, allo sviluppo del cloud, all’Internet delle cose, all’uso di tablet, e-reader e smartphone”. Il rapporto Assinform propone dunque il “Global Digital Market”, una visione che comprenda anche i nuovi scenari di mercato e le componenti innovative, che invece segnano un aumento del 6,7%. In questo caso, il trend negativo risulta più attenuato, dell’ordine di – 2,2 % rispetto al 2010.

“Così, se il 2012 vedrà, secondo le nostre previsioni, un trend delle componenti tradizionali dell’Ict ancora in discesa, anche se con velocità attenuata, dell’ordine di – 2,5% , con le Tlc a -3,1% e l’It a -2,1% – spiega il presidente Assinform –leggendo il settore nella nuova dimensione di Global Digital Market, prevediamo un trend in attenuazione a -1,0%, con le componenti innovative in crescita di +6,7%. Ciò significa che nella crisi si stanno manifestando anche importanti nuove opportunità già in grado di raddrizzare verso l’alto i trend negativi”.

Va comunque considerato che l’Italia ha ritardi importanti da colmare. Assinform ne ricorda alcuni: è quasi trascurabile il il numero di PMI italiane che vendono on-line, mentre in Europa il dato si attesta al 12-13%. Le imprese italiane che acquistano online sono meno del 20% a fronte del 30% in Europa. La popolazione italiana che usa spesso internet non supera il 54% e quella che usa l’online banking non va oltre il 20%, contro una media europea rispettivamente del 71% e del 35-40%.

In Italia i cittadini che usano i servizi di e-government non superano il 23% contro un dato europeo del 40%. Ancora: le famiglie con accesso alla banda larga non sono più del 53%, mentre in Europa si arriva al 68%, e la popolazione che acquista online è meno del 15% a fronte di un dato europeo che supera il 40%.


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