Influencer, Codacons sulle linee guida dell’Agcom: “Misure inadeguate” (Foto Plann per Pexels)

Il Codacons contesta le linee guida sugli influencer pubblicate online dall’Agcom. Per l’associazione sono “misure inadeguate”, che non tutelano i minori e non frenano il ruolo e il potere degli influencer. Il Codacons contesta anche il tema della territorialità e dunque il fatto che le misure si applicheranno solo a chi opera dall’Italia. Linee guida “insoddisfacenti” dunque per l’associazione.

Codacons: “Assurdo il tetto di 1 milione di follower”

Afferma il Codacons: “La prima assurdità che salta all’occhio è quella relativa al tetto di 1 milione di follower come condizione essenziale per l’applicabilità delle linee guida. Questo significa che chi non raggiunge tale limite, ma ha comunque un seguito di centinaia di migliaia di utenti, non è tenuto al rispetto delle misure e può continuare ad operare come meglio crede. Ma ciò che manca del tutto nelle linee guida dell’Agcom – prosegue l’associazione – è il divieto totale per gli influencer di ledere la privacy dei minori attraverso la pubblicazione di foto e immagini di bambini sui social, spesso associando tali immagini a messaggi pubblicitari legati a marchi e griffe, nonostante le norme nazionali e internazionali tutelino in modo preciso proprio la privacy dei minori”.

Spiega il presidente Carlo Rienzi: «Per tali motivi, se non sarà vietata la pubblicazione di foto dei bambini sui social da parte degli influencer, se non oscurando il volto e solo per fini sociali, impugneremo la delibera dell’Agcom al Tar del Lazio chiedendone l’annullamento».

 

Influencer, l’Agcom pubblica le linee guida: tutela minori e trasparenza pubblicità (Foto di Gerd Altmann da Pixabay)

 

Linee guida, influencer e territorialità

Un altro tema sollevato dall’associazione è quello della territorialità, ossia l’ambito di applicazione delle nuove misure disposte dall’Autorità per le comunicazioni, che “non interesseranno chi pubblica foto e contenuti illeciti dall’estero pur diretti ad un pubblico italiano”, prosegue il Codacons.

L’associazione spiega che aveva mandato all’Agcom un contributo in occasione della consultazione pubblica fatta dall’Autorità e aveva posto la questione dell’applicazione delle linee guida agli influencer che si rivolgono ad un pubblico italiano operando dall’estero. “L’Autorità ha risposto ai nostri dubbi – spiega il Codacons – sostenendo che “Per quanto riguarda il suggerimento del Codacons di applicare una disciplina ad hoc anche agli influencer che non operano in lingua italiana, ma che influenzano il pubblico italiano, si osserva che l’ambito di applicazione territoriale è definito dal Testo unico e, sulla base del principio del paese di origine della Direttiva SMAV, non è possibile intervenire in assenza di una norma di legge che consenta una deroga”.

L’associazione contesta però questa tesi. Secondo Rienzi «chi opera dall’estero e compie illeciti in Italia a danno di un cittadino deve rispondere in base alla legge italiana, in quanto si applicano le disposizioni vigenti nel paese di residenza del soggetto leso. Un principio confermato anche dal Codice del Consumo per le fattispecie che interessano i cittadini nella loro veste di consumatori, con l’art. 66 bis che stabilisce “la competenza territoriale inderogabile è del giudice del luogo di residenza o di domicilio del consumatore”. È evidente che le linee guida dell’Agcom fanno acqua da tutte le parti e rischiano di trasformarsi in un clamoroso flop, lasciando ampia discrezionalità agli influencer senza limitare adeguatamente il loro potere. Motivo per cui – conclude Rienzi – sembra inevitabile il ricorso al Tar per sospendere il provvedimento dell’Autorità per le comunicazioni».


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