Samsung e Apple nel mirino dell’Autorità Antitrust. L’AGCM ha infatti deciso di avviare due distinti procedimenti per pratiche commerciali scorrette nei confronti delle società del gruppo Samsung e del gruppo Apple operanti in Italia, a seguito delle numerose segnalazioni di consumatori e dell’attività preistruttoria svolta d’ufficio. In particolare, i professionisti avrebbero posto in essere una politica commerciale volta a sfruttare le carenze di alcuni componenti per ridurre nel tempo le prestazioni dei propri prodotti e indurre i consumatori ad acquistare nuove versioni degli stessi.

Inoltre, sarebbero stati proposti ai clienti aggiornamenti software dei propri telefoni cellulari senza segnalare le possibili conseguenze dello stesso aggiornamento e senza fornire sufficienti informazioni per mantenere un adeguato livello di prestazioni di tali dispositivi, promossi ed acquistati per le loro specifiche ed elevate caratteristiche tecnologiche.

Tali comportamenti potrebbero risultare in violazione degli articoli 20, 21, 22 e 24 del Codice del Consumo.

L’Autorità ha a tal fine effettuato accertamenti ispettivi presso le sedi dei professionisti, per i quali si è avvalsa della collaborazione del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, assistito per i profili tecnici delle operazioni dai militari del Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche dello stesso Corpo.

Bene l’apertura del procedimento, si faccia immediata chiarezza“, commenta Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

Ma non basta. Secondo l’associazione “Sarebbe di una gravità inaudita ridurre appositamente le prestazioni dei propri prodotti per indurre i consumatori ad acquistare nuove versioni. Ecco perché serve che anche il Parlamento italiano faccia la sua parte, intervenendo come in Francia con una legge contro l’obsolescenza programmata ed inasprendo le pene per le pratiche commerciali scorrette”, prosegue Dona.

“Chiediamo, infine, che anche la Procura della Repubblica, in caso di accertamento dei fatti, proceda sul piano penale” conclude Dona.


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