Clima estremo d’estate, ecco i rischi che corre l’Europa (Fonte foto Pixabay)

L’Europa è preparata al clima estremo estivo? Questo è la nuova normalità del continente? E cosa potrebbe portare l’estate in termini di ondate di calore, siccità, inondazioni e incendi boschivi? Le prospettive generali sono pessimistiche e questo rende cruciali l’adattamento ai cambiamenti climatici e una migliore preparazione.

È quanto afferma un nuovo report web dell’Agenzia europea dell’ambiente (EEA), “Tempo estivo estremo in un clima che cambia: l’Europa è preparata?“, che esplora i principali eventi meteorologici estremi estivi che hanno un impatto sempre maggiore sulla popolazione europea, sull’economia e sulla natura. Ci sono mappe e grafici interattivi con informazioni su ondate di caldo, inondazioni, siccità e incendi e sull’aumento di malattie sensibili al clima come la febbre dengue.

Cosa potrebbe portare l’estate in Europa? Una serie di eventi estremi come ondate di calore più intense e prolungate rispetto al passato, inondazioni più frequenti, siccità, incendi e aumento delle malattie sensibili al clima. Tutto con intensità maggiore rispetto al passato, specialmente in alcune aree europee.

Ondate di calore più intense

L’estate potrebbe portare ondate di calore più intense e prolungate.

Le ondate di calore, dice l’Agenzia europea dell’ambiente, “stanno diventando più frequenti, più lunghe e più intense e continueranno a farlo in tutti gli scenari climatici. Nell’Europa meridionale, in particolare, potrebbero esserci più di 60 giorni estivi durante i quali le condizioni sono pericolose per la salute umana, il che significa un numero maggiore di decessi e ricoveri ospedalieri aggiuntivi, soprattutto tra anziani e malati, a meno che non vengano prese misure di adattamento. Le ondate di calore sono gli eventi meteorologici estremi più mortali in Europa e la crescente vulnerabilità della popolazione europea a causa dell’invecchiamento e dell’urbanizzazione richiede l’attuazione urgente di misure per prevenire la perdita di vite umane”.

 

Foto Pixabay

Inondazioni estreme

Il rischio è che ci siano inondazioni più frequenti ed estreme, soprattutto nell’Europa nord-occidentale e centrale. A rischio sono le popolazioni e le strutture più vulnerabili, come scuole e ospedali.

“Tra il 1980 e il 2021, i danni dovuti alle inondazioni ammontano a quasi 258 miliardi di euro e aumentano in media ogni anno di oltre il 2%”.

Siccità più frequenti e gravi

Un altro fenomeno estremo è la siccità, che diventa più grave e frequente. Dal 2018, più della metà dell’Europa è stata colpita da condizioni di estrema siccità sia in inverno che in estate. La siccità del 2022 ha ridotto sostanzialmente i raccolti di colture come mais, mais, soia o olio d’oliva. E le prospettive sono pessimistiche.

“Le proiezioni climatiche a lungo termine indicano che l’Europa meridionale e centrale diventerà ancora più secca e calda nel corso del XXI secolo, con conseguenze devastanti per il settore agricolo – scrive l’EEA – Si prevede che le perdite economiche totali in tutti i settori economici legati alla siccità aumenteranno entro la fine di questo secolo dagli attuali 9 miliardi di euro all’anno a 25 miliardi di euro all’anno a 1,5 gradi Celsius (°C) di riscaldamento globale, a 31 miliardi di euro all’anno a 2°C di riscaldamento e a 45 miliardi di euro a 3°C di riscaldamento sulla base di scenari scientifici”.

Incendi più diffusi

Altri eventi estremi che si verificano con maggiore frequenza sono gli incendi. Le cause degli incendi sono legate alle attività umane ma le condizioni climatiche, con periodi secchi e caldi e forti venti, ne determinano impatto e intensità. Gli incendi boschivi colpiscono in gran parte l’Europa meridionale, ma sempre più anche l’Europa centrale e persino settentrionale.

“Dal 1980, 712 persone hanno perso la vita in tutta Europa a causa dell’impatto diretto degli incendi dice l’Agenzia –La stagione degli incendi del 2022 è stata la seconda peggiore dal 2000, con oltre 5.000 km2 (il doppio dell’area del Lussemburgo) bruciati durante i mesi estivi (giugno, luglio, agosto) e un’area record di siti di protezione naturale Natura2000 colpiti”.

Nello scenario di cambiamento climatico peggiore, con alte emissioni, il sud dell’Europa, in particolare la penisola iberica, sperimenterà un marcato aumento del numero di giorni con un elevato pericolo di incendio. In uno scenario di riscaldamento globale di 3°C il numero di persone che vivono vicino a terre esposte a livelli di pericolo di incendio alto-estremo per almeno 10 giorni all’anno aumenterebbe di 15 milioni (+24%).

Malattie sensibili al clima

Le condizioni climatiche possono portare all’aumento delle malattie sensibili al clima, sia per specie portatrici di patologie già presenti in Europa sia per la diffusione di specie invasive, come la zanzara tigre, che può diffondere la febbre dengue.

Con un clima più caldo, infatti, sia le specie endemiche che quelle invasive possono diffondersi più a nord o essere presenti ad altitudini più elevate rispetto al passato. Si prevede in particolare che aumenterà in gran parte d’Europa, e specialmente nell’Europa occidentale, “l’idoneità climatica” per la zanzara tigre. In Europa potrebbe riemergere anche la malaria a causa della diffusa presenza della specie di zanzara Anopheles, che può veicolare la malattia.


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)