
Compravendite immobiliari in calo del 16%, Consumatori: "effetto Bce" (Foto di Nattanan Kanchanaprat da Pixabay)
Compravendite immobiliari in calo del 16%, Consumatori: “effetto Bce”
Secondo il Codacons e l’Unione Nazionale Consumatori il calo delle compravendite immobiliari è una conseguenza dei continui rialzi dei tassi di interesse disposti dalla Bce
Calano le compravendite immobiliari. Secondo il dato dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate riportato oggi dall’Istat, nel secondo trimestre 2023 c’è stata una riduzione dei volumi di compravendita del 16% rispetto al secondo trimestre 2022.
Per il Codacons e l’Unione Nazionale Consumatori si tratta di una conseguenza dei continui rialzi dei tassi di interesse, decisi dalla Bce. Pochi giorni fa la Banca Centrale Europea ha annunciato un nuovo aumento, che ha portato il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali da 4,25 al 4,50%.
Calo compravendite immobiliari, Associazioni: pesa il caro-mutui
Secondo il Codacons, “sulle compravendite immobiliari pesa come un macigno il caro-mutui e il continuo rialzo dei tassi disposto negli ultimi due anni dalla Bce”. Così “acquistare una casa in Italia è diventato sempre più proibitivo. Chi deve accendere oggi un mutuo si trova a fare i conti con tassi di interesse altissimi sia per il fisso che per il variabile, come conseguenza dei rialzi imposti dalla Bce tra il 2022 e il 2023″.
Per dare un quadro del fenomeno, il Codacons spiega che, “considerata una fascia media di mutuo a tasso variabile di importo compreso tra i 125mila e i 150mila euro, per una durata di 25 anni, la rata mensile è salita complessivamente tra i 270 e i 365 euro rispetto a quanto pagato nel 2021, con ripercussioni sulle famiglie comprese tra i +3.240 e +4.380 euro all’anno. Un esborso che molte famiglie non possono permettersi e che sta avendo effetti negativi sull’intero settore immobiliare italiano”.
Analogo il parere dell’Unione Nazionale Consumatori.
Secondo Massimiliano Dona, presidente dell’UNC, “i continui rialzi dei tassi di riferimento della Bce hanno avuto come effetto quello di far decollare i tassi sui mutui. Il costo dei finanziamenti, diventando proibitivo per molte famiglie, ha prodotto come conseguenza una riduzione dei volumi di compravendita, in calo del 16% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il calo della domanda produrrà presto un calo dei prezzi delle abitazioni, per ora solo in forte rallentamento”.
“Conseguenze negative anche sulla crescita, come dimostra l’ultimo dato Istat sul Pil. Se la spesa per abitazioni non fosse scesa nel secondo trimestre del 3,4% sul trimestre precedente ma fosse rimasta allo stesso livello, il Pil nel secondo trimestre 2023 sarebbe sceso su base congiunturale solo dello 0,2% e non dello 0,4% come invece si è verificato”, conclude Dona.

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