Nonostante gli sforzi fatti, l’Italia non riesce a superare i suoi limiti: i progressi fatti nell’ambito della digitalizzazione del Paese, infatti, non riesce ad abbandonare la 25a posizione nell’indice europeo di digitalizzazione dell’economia e della società (DESI). Per quanto riguarda l’utilizzo delle tecnologie digitali da parte delle imprese e l’erogazione di servizi pubblici online, l’Italia si avvicina alla media ma gli scarsi risultati in termini di competenze digitali rischiano di frenare l’ulteriore sviluppo dell’economia e della società digitali.In base ai dati, tutte le componenti dell’indice sono al di sotto del livello complessivo raggiunto dall’Europa, gli unici progressi davvero significativi si notano nell’ambito della connettività, notevolmente aumentata rispetto allo scorso anno grazie alla diffusione delle reti di nuova generazione. Tuttavia, la diffusione della banda larga fissa è ancora scarsa nonostante il livello dei prezzi sia diminuito.

Aumenta il numero degli internet users (dal 63% al 67%) ma si tratta per lo più di internauti alle prime armi e con scarse conoscenze delle potenzialità del mezzo a disposizione. Tra le attività più praticate online c’è l’informazione (60%) e il download di video, musica e giochi (79%), oltre naturalmente all’utilizzo dei social network (60%). Percentuali che superano di poco il 40% riguardano invece le operazioni di banking (2%) e di shopping online (41%).

L’Italia sta colmando il divario con l’UE per quanto riguarda la digitalizzazione delle imprese. Le imprese che utilizzano la fatturazione elettronica sono il 30%, percentuale di molto superiore alla media dell’UE (18%). Le PMI tuttavia ricorrono raramente ai canali di vendita elettronici.

Infine, il Paese registra buoni risultati per quanto riguarda l’erogazione online dei servizi pubblici (completamento di servizi online) e i dati aperti (open data), ma presenta uno dei livelli più bassi di utilizzo dei servizi di e-government in Europa.


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