
Dl Aiuti bis approvato al Senato, UNC: misure insufficienti
Dl Aiuti bis approvato al Senato, UNC: misure insufficienti
Il Senato ha approvato in via definitiva il Decreto Aiuti bis, che contiene le misure del Governo per contrastare l’impatto dei rincari nei settori dell’energia, del gas naturale e dei carburanti
Dal Senato, si apprende dall’Ansa, è arrivato il via libera definitivo al Decreto Aiuti bis, che stanzia 17 miliardi di euro per misure volte a “contrastare i rincari nei settori dell’energia, del gas naturale e dei carburanti, rafforzando il bonus sociale elettrico e gas per il quarto trimestre 2022″. Tra le misure anche la sospensione delle “modifiche unilaterali dei contratti di fornitura di elettricità e gas”.
Con il Decreto, inoltre, “sono azzerati gli oneri generali di sistema del settore elettrico anche per il quarto trimestre 2022, si riduce l’IVA per le somministrazioni di gas metano per combustione per usi civili e industriali nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2022 e sono altresì prorogati i crediti d’imposta in favore delle imprese anche per il terzo trimestre 2022″.
Dl Aiuti bis, il parere dell’UNC
Per l’Unione Nazionale Consumatori le misure approvate sono “insufficienti“.
“Se è certo positivo che si siano bloccate fino al 30 aprile le modifiche unilaterali dei contratti di fornitura di elettricità e gas a prezzo fisso, la mera proroga dei vecchi provvedimenti, ossia l’annullamento degli oneri di sistema e la riduzione dell’Iva sul gas al 5%, non può certo bastare per evitare una stangata per le famiglie nel quarto trimestre“, afferma Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Speravamo che con il Dl Aiuti ter si rimediasse all’errore, e invece nel provvedimento appena varato non c’è nulla lato famiglie, salvo la proroga del taglio delle accise sui carburanti. Andava come minimo rinviata la scadenza del mercato tutelato del gas prevista per il 1° gennaio 2023, allineandola, come chiede Arera, a quella della luce, programmata invece per il 10 gennaio 2024; azzerare l’Iva sia sulla luce che sul gas, eliminare le accise e le addizionali regionali. Insomma, lo Stato non dovrebbe almeno guadagnare più niente dal caro bollette”, conclude Vignola.

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