gelato artigianale

Gelato artigianale (Fonte immagine: Pixabay)

Dopo l’era dei “free from”, delle alternative sostenibili oggi sono i “ricchi di proteici” a salire sul podio dei claims alimentari più performanti. Già nel 2022 l’Osservatorio Immagino di GS1 Italy aveva individuato le indicazioni che avevano registrato il maggior aumento delle vendite. A guidare gli acquisti al primo posto venne individuata l’Italianità, seguita dai “Free from” e al terzo posto le informazioni sul “Rich-in”. L’Osservatorio aveva rilevato un forte interesse per i prodotti che segnalano in etichetta l’apporto di “proteine” (+8,5%). Meno diffusi, ma con performance molto positive anche i claim “zinco” (+9,9%), “magnesio” e “potassio”.

I prodotti qualificati come proteici oggi hanno conquistato molte categorie merceologiche come gli yogurt, i cereali, la pasta e il prodotto re dell’estate che sta arrivando: il gelato! Il dolce fresco dell’estate che piace a tutti, dai bambini agli adulti. Forse tra i dolci meno calorici ma le proposte in veste dietetica hanno reso l’esperienza del gelato un po’ meno strappo alla regola. Fino a poco tempo il “gelato proteico” era commercializzato principalmente nei canali di vendita destinati agli sportivi. Oggi è più diffuso e lo troviamo nei frigoriferi dei supermercati e addirittura nelle gelaterie.

Non è corretto chiamarlo “gelato proteico”

Al di là dei claims nutrizionali, ci chiediamo se definire un gelato “gelato proteico” (denominazione che abbiamo scoperto avere il suo appeal sul consumatore), sia appropriato. Abbiamo chiesto un parere all’esperto avvocato Matteo Pennacchia – Settore diritto alimentare studio legale Cellitti: “La denominazione commerciale “gelato proteico” non è propriamente corretta”.

“Si tratta di una grande forzatura della normativa perché si scambia un claim per una denominazione principale. Sarebbe peraltro opportuno richiamare un’ulteriore normativa, quella sull’ingrediente caratterizzante, quando è presente nella ricetta una percentuale maggiore di un ingrediente o questo lo contraddistingue. Se usata la dicitura “gelato proteico” o sarebbe doveroso valutare l’elenco degli ingredienti e la tabella nutrizionale. Ne consegue che l’uso di tale denominazione commerciale è strettamente correlato a condizioni che portano a claims nutrizionali legati alle proteine”.

Tutti i claims del gelato proteico

Girando per gli scaffali di supermercati, alimentari e negozi dedicati all’alimentazione per sportivi abbiamo trovato diversi “gelati proteici” o semplicemente (e più correttamente) “gelati” con ben evidenziati in etichetta claims richiamanti la maggiore presenza di proteine. Queste indicazioni non sono solo evocazioni di prodotti più salutari o frasi di marketing, bensì diciture normate in modo puntuale e con precisi riferimenti nutrizionali. Ad esempio, in diversi prodotti abbiamo trovato scritto sulla confezione “ricco di proteine” o “ad alto contenuto di proteine”.

Scopriamo il significato di questi claims secondo quanto previsto dalla normativa europea (Regolamento 1924/2006 relativo alle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sui prodotti alimentari):

Fonte di proteine: l’indicazione che un alimento è fonte di proteine e ogni altra indicazione che può avere lo stesso significato per il consumatore sono consentite solo se almeno il 12 %del valore energetico dell’alimento è apportato da proteine.

Ad alto contenuto di proteine: l’indicazione che un alimento è ad alto contenuto di proteine e ogni altra indicazione (ad esempio “ricco di proteine” a sua volta molto impiegato, ndr) che può avere lo stesso significato per il consumatore sono consentite solo se almeno il 20 % del valore energetico dell’alimento è apportato da proteine.

Non mancano poi altri claims di stampo “salutista”. Tra i più comuni nei gelati decantati come proteici troviamo “Fonte di fibre” ovvero con almeno 3 g di fibre per 100 g o almeno 1,5 g di fibre per 100 kcal oppure “Senza zuccheri aggiunti” consentito solo se il prodotto non contiene mono- o disaccaridi aggiunti o ogni altro prodotto alimentare utilizzato per le sue proprietà dolcificanti.

E per il gelato sfuso?

“Per poter dichiarare un gelato come proteico e determinate caratteristiche essenzialmente nutrizionali, ne consegue la necessità di comunicare al consumatore una tabella nutrizionale aderente a quanto affermato nei claims – ci spiega Pennacchia – Ancora più delicata è quindi la condizione delle gelaterie che propongono gelato sfuso qualificandolo come proteico, per le quali non vige l’obbligo della dichiarazione nutrizionale. In caso poi di claims comparativi, bisognerebbe addirittura avere anche una elaborazione da laboratorio per poter dire che quel gelato ha una percentuale in più o in meno di un determinato nutriente rispetto alla ricetta tradizionale”.

Nel nostro tour alla ricerca delle proposte di gelato proteico abbiamo riscontrato come molte delle gelaterie tradizionali che propongono gelato con profili nutrizionali proteici offrono al consumatore proposte confezionate tramite coppette monouso o vaschette dotate di tutte le informazioni relative agli ingredienti e ai valori nutrizionali. Meglio diffidare quindi di quei punti vendita che riportano un cartello sulla vaschetta del gelato sfuso con scritto gelato proteico e che non sono in grado di fornire indicazioni in merito.


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