Dehors, sui tavolini all’aperto premono gli esercenti mentre il Codacons annuncia diffide e denunce (Foto di Printergy da Pixabay)

Dehors, avanti tutta degli esercenti mentre il Codacons annuncia una diffida al ministro Adolfo Urso. Se verranno liberalizzati i tavolini all’aperto, promette l’associazione, “chiederemo un’indagine di Procura e Corte dei Conti per danneggiamento e perdita del patrimonio”.

Nella polemica degli ultimi giorni sono finiti i tavolini all’aperto, quei dehors e spazi esterni che ristoranti e bar hanno potuto allestire o ampliare durante la pandemia e che il Ministero delle Imprese e del Made in Italy vuole rendere “strutturali”. Questo infatti l’annuncio fatto nei giorni scorsi dal ministro Adolfo Urso.

«Nel Ddl #Concorrenza pensiamo a una norma che vada nella direzione di rendere strutturale la normativa sui #dehors, i tavolini all’aperto, così da coniugare la fruizione degli spazi commerciali con quelli culturali e residenziali», ha scritto il ministro su X (ex twitter). Subito è partita una levata di scudi da parte di associazioni quali Codacons e Movimento Difesa del Cittadino, che temono il “tavolino selvaggio”.

Fiepet Confercenti: giudizio positivo da 3 cittadini su 4

Gli esercenti naturalmente sono favorevoli. Per Fiepei Confesercenti tre italiani su quattro hanno un giudizio positivo dei tavolini all’aperto. A

fferma la sigla in una nota: “I dehors producono effetti positivi per l’immagine delle città, garantendo un’offerta migliore di servizi e punti di aggregazione sociale. È un investimento per le economie del territorio. Limitarne l’utilizzo, laddove ci sono le condizioni, sarebbe un errore grandissimo. Anche perché i consumatori mostrano di gradirli: tre italiani su quattro pensano che l’espansione dei dehors sia stata un fatto positivo. Bene, dunque, la proposta di legge del ministro Urso sui dehors che, a nostro avviso, va a favore non solo delle imprese ma anche dei consumatori”.

La stessa Fiepet riconosce che la quantità di posti all’aperto, da quelli più strutturali al semplici tavolini, è aumentata rapidamente durante il periodo Covid. Secondo le sue stime, dalla pandemia le imprese “hanno allestito nuovi spazi esterni per un totale complessivo di quasi 750mila metri quadri, pari a 180mila tavoli”. Sono anche cambiate, rivendicano gli esercenti, le abitudini dei cittadini che spesso (34%) o sempre (16%) chiedono il tavolo esterno quando vanno al ristorante.

Dehors, Fipe: dai pubblici esercizi investimenti per 700 milioni

«Il 42% dei Pubblici Esercizi, tra il 2020 e il 2023, ha investito per allestire o ammodernare i dehors dei propri locali, per un valore che tocca i 700 milioni di euro. Parliamo di circa 110.000 imprese che hanno agito per rispondere alle nuove esigenze di consumo della clientela nel rispetto dell’interesse pubblico alla sicurezza e al decoro urbano».

Così il Vice Direttore Generale di Fipe-Confcommercio, Luciano Sbraga, che intervenuto ieri in Audizione dinanzi la X Commissione della Camera dei Deputati nell’ambito dell’esame della proposta di legge C. 1486 sui Dehors. Una proposta che, ha aggiunto, «ha i meriti non solo di consacrare lo straordinario valore che ha assunto nelle città italiane la presenza di dehors collegati a ristoranti e caffè, ma anche la volontà di mettere in maggiore connessione Soprintendenze e Comuni, consentendo una migliore valorizzazione degli spazi su cui poter strutturare la somministrazione all’aperto. La pandemia ha fatto emergere con forza un nuovo modo di vivere gli spazi pubblici affidando ai dehors di ristoranti e caffè un ruolo decisivo nella caratterizzazione del paesaggio urbano e nel miglioramento della qualità della vita. A tal proposito – ha sottolineato – da sempre sosteniamo la necessità di un cambiamento di paradigma che segni il passaggio dall’attuale occupazione di suolo alla progettazione dello spazio pubblico».

Dehors, il Codacons promette battaglia

Ma proprio sul ruolo del decoro i Consumatori non sono d’accordo, se si considera l’altro lato della medaglia, ovvero le situazioni in cui i cittadini sono stati privati di spazi pubblici e costretti a fare lo slalom fra le strutture, i tavoli all’aperto e l’occupazione di spazio pubblico, con i centri storici invasi dai dehors.

Il Codacons annuncia così di aver presentato una formale diffida al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. L’associazione è pronta inoltre alla denuncia alla Procura della Repubblica di Roma e alla Corte dei Conti.

«La proposta di legge sulla liberalizzazione dei dehors va contro sia le norme dello Stato che i regolamenti comunali – scrive il Codacons nella diffida al Ministro – Il decreto legge n. 14 del 2017 stabilisce “il bene pubblico che afferisce alla vivibilità e al decoro delle città” è “da perseguire anche attraverso interventi di riqualificazione, anche urbanistica, sociale, culturale, e recupero delle aree o dei siti degradati”. Il proposito di rendere i dehors strutturali occupando notevolmente il suolo pubblico è una condotta che, al contrario, risulta lesiva del decoro urbano».

Il Codacons richiama poi il Codice dei beni culturali: “I beni culturali non possono essere distrutti, deteriorati, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione”.

«Se il Ministro Urso adotterà provvedimenti per liberalizzare i dehors, presenteremo una denuncia alla Procura di Roma e alla Corte dei Conti, chiedendo di indagare per il reato di danneggiamento e per la perdita di valore del patrimonio culturale delle città italiane – conclude l’associazione – Non solo: inviteremo i cittadini a non votare i partiti che sosterranno tale folle misura, e chiederemo ai turisti stranieri di non trascorrere le vacanze nelle città d’arte italiane, poiché non pienamente godibili a causa dell’invasione di tavolini, sedie e pedane nelle piazze e lungo le strade dei centri storici».


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