Giornata vegan, Animal Equality: cittadini chiedono più benessere per gli animali da allevamento (Foto Jill Wellington per Pexels)

Il benessere degli animali da allevamento è tema che ricorre in occasione del World Vegan Day. Domani, primo novembre, è infatti la Giornata mondiale del veganesimo, iniziativa che valorizza scelte alimentari basate sull’esclusione di prodotti di origine animale. Ma se una scelta alimentare di questo tipo non coinvolge la maggioranza della popolazione – secondo l’Eurispes, nel 2023 in Italia ha intrapreso la scelta vegetariana il 4,2% degli italiani mentre è vegano il 2,4% (in totale 6,6%) – diverso è l’orientamento dell’opinione pubblica nei confronti del benessere degli animali e di quelli di allevamento. Secondo il recente Eurobarometro della Commissione Ue la maggioranza di cittadini europei (84%) e italiani (88%) desidera che gli animali allevati a scopo alimentare siano maggiormente tutelati.

Vegan Day e benessere degli animali

In occasione della Giornata mondiale Vegan, Animal Equality Italia ricorda i numeri degli allevamenti intensivi, che in tutto il mondo riguardano 23 miliardi di animali, e il fatto che “ogni giorno, nel mondo, vengono inoltre macellati 900 mila mucche, 1,7 milioni di pecore, 3,8 milioni di maiali, 202 milioni di polli e centinaia di milioni di pesci. Nel 2021 gli animali uccisi per la loro carne sono stati 83,58 miliardi, un numero 10 volte maggiore rispetto al 1961, quando gli animali macellati erano 8,61 miliardi”.

«Il World Vegan Day è un’occasione per riflettere sull’importanza di compiere scelte critiche e consapevoli a tavola, ma non solo – afferma Ombretta Alessandrini, Coordinatrice delle Campagne di Animal Equality Italia – Negli allevamenti intensivi, gli animali sono infatti vittime di abusi e maltrattamenti: molti di loro trascorrono gran parte della loro esistenza in gabbie talmente piccole da non lasciare loro lo spazio per muoversi; altri sono trasportati per ore o addirittura settimane via terra e via mare in condizioni igienico-sanitarie pessime verso i macelli, accumulando stress e sofferenza. Smettere di consumarli significa opporsi al sistema di sfruttamente estremo e crudele che li opprime».

Anche chi non fa la scelta vegana condivide però la richiesta di un maggior benessere per gli animali allevati a scopo alimentare. Il 94% degli europei e il 93% degli italiani ritiene che gli animali abbiano bisogno di un ambiente adatto alle loro esigenze fondamentali. L’89% degli europei ritiene che l’Unione europea debba porre fine alle mutilazioni, insieme al 91% degli intervistati in Italia. L’89% dei cittadini europei e il 91% di quelli italiani è inoltre favorevole al divieto dell’allevamento di animali in gabbie singole.

Oltre il 90% degli europei ritiene anche che le pratiche agricole e di allevamento debbano soddisfare determinati requisiti etici di base, quali fornitura di sufficiente spazio, cibo e acqua agli animali, ambienti adatti alle loro esigenze (fango, paglia, ecc.) e garanzia di un trattamento corretto. Il 60% degli intervistati nel recente Eurobarometro ha dichiarato di essere disposto a pagare di più per prodotti provenienti da sistemi di allevamento rispettosi del benessere degli animali. Circa un quarto (il 26%) degli europei sarebbe pronto a pagare fino al 5% in più per alimenti rispettosi del benessere degli animali.

La Ue tira il freno

Se questi sono i sentimenti degli europei, gli animalisti stanno denunciando che l’Europa avrebbe tirato il freno sullo stop alle gabbie. “Finora la Commissione europea – afferma Animal Equality Italia – ha disatteso le aspettative dei suoi cittadini, non pubblicando la proposta di revisione della normativa sul benessere animale attesa entro la fine del 2023, che avrebbe potuto rendere il sistema alimentare europeo più equo, sano e sostenibile. La revisione avrebbe dovuto sostituire norme obsolete con misure di maggiore tutela degli animali allevati, tra cui anche il divieto legislativo di allevamento in gabbia”.


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