I passeggeri di un volo che arriva a destinazione finale con tre o più ore di ritardo hanno diritti ad una compensazione pecuniaria anche se il volo ha una o più coincidenze. Non incide sul diritto di compensazione il fatto che il ritardo del volo iniziale non abbia superato i limiti stabiliti dal diritto dell’Unione Europea.
E’ quanto si legge in una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea pubblicata oggi, in cui si ricorda il regolamento europeo n. 261/2004 prevede una compensazione compresa tra 250 e 600 euro, a seconda della lunghezza del volo.
Il caso su cui interviene la Corte è quello di una passeggera del volo Brema (Germania) – Asunciòn (Paraguay) via Parigi (Francia) e San Paolo (Brasile). Il volo iniziale Brema-Parigi è partito con due ore e mezza di ritardo e la passeggera ha perso la coincidenza a San Paolo. La compagnia aerea del primo volo, in questo caso l’Air France, è stata condannata a corrispondere alla passeggera una compensazione di 600 euro, ma ha fatto ricorso alla Corte sostenendo che il ritardo del primo volo è stato inferiore alle tre ore.
Ma la Corte di Giustizia dell’UE ricorda che il regolamento comunitario riconosce diritti minimi ai passeggeri del trasporto aereo, nel momento in cui questi si trovano di fronte a tre situazioni: imbarco negato, cancellazione del volo e ritardo del volo. Nel caso del ritardo, questo deve essere valutato rispetto all’orario di arrivo previsto a destinazione dell’ultimo volo. Se non fosse così ci sarebbe una disparità di trattamento ingiustificata tra i passeggeri aerei (quelli con un unico volo e quelli con più coincidenze) che comunque subiscono uno stesso disagio.


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