Come fare per… ridurre i rifiuti in plastica (Foto di Tom da Pixabay)

Cosa può fare il singolo cittadino per contribuire a ridurre i rifiuti in plastica? Nella Giornata mondiale dell’ambiente, davanti ai numeri impietosi dell’emergenza plastica – è ovunque, contamina l’ambiente, e come microplastica è finita nel cibo, nel suolo, nell’aria – quello di agire a livello individuale può sempre un’impresa disperata. Svuotare il mare con un bicchiere – non di plastica, verrebbe da dire.

Eppure il richiamo all’azione è qualcosa che deve coinvolgere la parte alta e quella bassa della piramide decisionale, istituzioni, aziende e cittadini-consumatori che possono far valere la loro azione sia per diminuire l’impatto personale sull’ambiente e dunque dare il proprio contributo per ridurre i rifiuti in plastica, sia per sollecitare dal basso un’azione di cambiamento. Per lo meno nei confronti di quei prodotti in plastica che possono essere sostituiti da alternative ecologiche e riutilizzabili.

“È chiaro che problemi di portata mondiale come quello dell’inquinamento da plastica non possono essere risolti dai soli consumatori – dice oggi il CTCU, Centro tutela consumatori utenti di Bolzano – Tuttavia, in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente ognuno di noi è incoraggiato a contribuire personalmente contro l’invasione della plastica, ad esempio: partecipando ad una iniziativa di pulizia di un fiume o di una spiaggia, evitando di creare rifiuti di plastica e di acquistare prodotti contenenti microplastiche quando si fa la spesa anche durante le vacanze e i viaggi, scegliendo articoli riutilizzabili al posto di quelli usa e getta, indossando indumenti il più a lungo possibile e preferire quelli usati e quelli provenienti da produzioni eco-solidali. Non da ultimo, i cittadini possono anche invitare le autorità, i supermercati e gli esercizi ristorativi della propria zona a rinunciare all’utilizzo di plastica”.

Cibo, come ridurre l’uso della plastica

Si prenda allora il solo settore “cibo”, contenitori e affini. Ecco una serie di consigli del Centro Tutela Consumatori Utenti per il consumo di alimenti con un ridotto impiego di plastica.

Bere acqua di rubinetto invece di bevande in bottiglia e se si acquistano bevande in bottiglia, prediligere quelle in bottiglie riutilizzabili. Portare con sé una borraccia quando si esce e una borsa per la spesa riutilizzabile (in modo da evitare di chiedere shopper in ogni negozio).

Ovunque sia possibile, acquistare frutta, verdura e pane sfusi. Alcuni negozi consentono l’utilizzo di sacchetti di rete riutilizzabili. Per il pane si addice benissimo un sacchetto di stoffa pulito”, spiega il CTCU.

Capitolo merenda: nei contenitori riutilizzabili è generalmente possibile riporre alimenti e provviste senza ulteriori imballaggi. I contenitori per alimenti richiudibili e i fogli in cera d’api, disponibili in varie misure, offrono un’alternativa alla tradizionale pellicola per alimenti e ai sacchetti di plastica.

Quando si fa la spesa, considerare che porzioni più piccole richiedono un maggiore uso di packaging. “Per confezioni più grandi (ad es. vasetti da 500 g) è necessario, in rapporto al contenuto, meno materiale di imballaggio rispetto alle porzioni più piccole. Il formaggio e lo speck al pezzo richiedono meno packaging rispetto agli stessi prodotti confezionati a ventaglio”.

Si possono utilizzare le opzioni di riuso: alcuni distributori automatici di caffè prevedono la possibilità di selezionare l’impostazione “senza bicchiere” e di utilizzare il proprio contenitore riutilizzabile.

Una festa non significa infine inondare il tavolo di prodotti monouso: picnic e feste di compleanno per bambini possono essere organizzati in modo da ridurre i rifiuti di plastica, ad esempio portando da casa bicchieri, piatti e posate riutilizzabili.


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Scrive per noi

Sabrina Bergamini
Sabrina Bergamini
Giornalista professionista. Direttrice di Help Consumatori. Romana. Sono arrivata a Help Consumatori nel 2006 e da allora mi occupo soprattutto di consumi e consumatori, società e ambiente, bambini e infanzia, salute e privacy. Mi appassionano soprattutto i diritti, il sociale e tutti quei temi che spesso finiscono a fondo pagina. Alla ricerca di una strada personale nel magico mondo del giornalismo ho collaborato come freelance con Reset DOC, La Nuova Ecologia, Il Riformista, IMGPress. Sono laureata con lode in Scienze della Comunicazione alla Sapienza con una tesi sul confronto di quattro quotidiani italiani durante la guerra del Kosovo e ho proseguito gli studi con un master su Immigrati e Rifugiati. Le cause perse sono il mio forte. Hobby: narrativa contemporanea, cinema, passeggiate al mare.

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