Alzheimer, Confconsumatori: da Milano l’input per un tavolo nazionale
Nel 2015 erano 46,8 milioni le persone nel mondo affette da forme di demenza, saranno 74,7 nel 2030 e 131,5 nel 2050. In Italia i malati sono almeno 1 milione, ovvero il 7,5% della popolazione ultra 65enne. In tutto, considerati i famigliari dei malati sono 4 milioni le persone coinvolte. Le stime dicono che nel nostro Paese nel 2066 raddoppieranno i malati e saranno già 1,5 milioni nel 2036. A fronte di un’attività fisica regolare, l’incidenza delle demenze diminuirebbe del 20%, ma l’Italia è molto indietro rispetto ad altri Paesi.
Le cifre che delineano i confini piuttosto ampi delle conseguenze connesse con le varie forme di demenze sono state ribadite nel corso del convegno “Emergenza Alzheimer? I malati e i loro famigliari”, organizzato a palazzo Isimbardi a Milano da Confconsumatori in occasione del quarantennale dalla fondazione.
L’incontro ha costituito un’occasione preziosa di confronto tra tutti gli interlocutori interessati dal problema dell’aumento degli anziani con disturbi cognitivi- comportamentali, in particolare quelli affetti da Alzheimer: un tema che assume sempre di più i tratti di un’emergenza e che richiede uno sforzo per trovare risposte adeguate alle crescenti esigenze dei malati e dei loro famigliari, sia sul piano dell’assistenza socio- sanitaria sia sul piano della sostenibilità economica.
Dal confronto è emersa, oltre all’esigenza, anche la volontà di dar vita a un percorso condiviso che porti a ripensare una politica socio-sanitaria che parta dalla valorizzazione dell’anziano in buona salute, risorsa della collettività, e che segua l’accrescimento delle fragilità con risposte diversificate, adeguate ai bisogni di assistenza e di cura.
“Bisogna continuare a fare ricerca ma anche agire sui punti di debolezza. I medici di base dovrebbero fare le diagnosi precoci e infondere fiducia nel sistema sanitario; inoltre va potenziata la diffusione territoriale delle unità di valutazione Alzheimer”, ha detto Marco Trabucchi, docente di Neuropsicofarmacologia, presidente di AIP e ideatore dell’Alzheimer Fest.
Notevoli poi sono le difficoltà sul piano economico che si riversano sulle famiglie che devono gestire un malato. “Le persone che vengono da noi”, hanno spiegato Francesca Arnaboldi vicepresidente di Confconsumatori e Giovanni Franchi legale dell’associazione, “lo fanno quando il parente malato è già ricoverato in una struttura e i famigliari non hanno più la possibilità di continuare a rispettare l’impegno di integrare con risorse proprie la retta. Mandano la lettera di recesso che trova fondamento nelle pronunce della Cassazione e conferme nella giurisprudenza. Le sentenze ottenute a Monza, a Milano, a Roma e in altri tribunali rendono evidente e non più rimandabile il problema: al dramma si aggiunge la difficoltà economica che richiede una soluzione a livello istituzionale”.
Giulio Gallera, Assessore al Welfare della Regione Lombardia ha illustrato il processo di riforma del sistema sanitario regionale in corso che prevede la figura di un gestore unico che accompagni il paziente in tutte le fasi della malattia, ma il problema sono sempre i costi. “C’è l’intenzione di destinare risorse alla compartecipazione delle rette”, ha detto Gallera, “ma la coperta è corta. Non possiamo farci carico di tutti i malati, serve un equilibrio”.
La Senatrice Emilia De Biasi, Presidente della Commissione Sanità del Senato ha dunque precisato: “La coperta è corta ma bisogna anche vedere come vengono usati i soldi pubblici. Con la volontà politica si possono recuperare risorse con spostamenti di interesse tra categorie di spesa: ad esempio, rivedendo il prontuario farmaceutico; oppure monitorando l’efficacia e l’uso di determinati servizi (compresi i macchinari) per verificarne l’adeguatezza. La risposta non può essere l’affidamento al privato, l’impegno e il controllo devono essere pubblici”.
