Covid, esperti: con blocco interventi chirurgici a rischio i pazienti più fragili

Covid, esperti: con blocco interventi chirurgici a rischio i pazienti più fragili

La giungla delle liste d’attesa mette tutti d’accordo: si aspetta troppo, ovunque. Mentre solo se ci si rivolge all’intramoenia si abbattono i tempi, e anche di molto. L’adesione agli screening oncologici risente di marcate differenze da Regione a Regione: per quello mammografico, ad esempio, si va dall’83% delle donne che aderiscono al Nord al 59% di Sud e Isole. Il capitolo vaccini segnala miglioramenti ma per morbillo-parotite-rosolia non tutte le regioni raggiungono il 95% di copertura necessaria per l’immunità di gregge. Un’Italia unita dalle liste d’attesa e frammentata sui diritti e sui servizi resi ai cittadini, è la sintesi che Cittadinanzattiva fa presentando l’Osservatorio civico sul federalismo in sanità.

 

 

infografica cittadinanzattiva
Infografica Federalismo in sanità, Cittadinanzattiva 2019

 

Liste d’attesa, male comune

«Liste di attesa male comune in tutto il territorio nazionale; il Sud arranca su screening oncologici e consumo di farmaci equivalenti; ancora quattro le Regioni che non hanno adottato il Piano cronicità; le coperture vaccinali restano insufficienti, non solo al Sud».

Questa la sintesi di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato.

Il capitolo liste d’attesa è uno dei più sentiti dai cittadini, anche perché più di uno su due fra coloro che si rivolgono al Pit salute dell’associazione denuncia proprio la difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie a causa dei tempi di attesa. Secondo un Rapporto presentato da Istat a novembre 2018, una percentuale non irrilevante di cittadini rinuncia alle cure per i lunghi tempi di attesa: ciò avviene soprattutto per le visite specialistiche. La percentuale più alta di rinuncia è al Sud e nelle isole (4,3% dei pazienti), mentre la percentuale più bassa si rileva nel Nord Est (2,2%).

Se si guarda all’oncologia, i tempi di attesa per un intervento variano dalla decina di giorni a quasi tre mesi a seconda del tipo di operazione e della Regione in cui ci si trova.

«In ambito oncologico, per un intervento per tumore al polmone si attendono circa 13 giorni in Basilicata, oltre 46 nelle Marche. Per un intervento di tumore alla mammella i tempi migliori si registrano in P.A Bolzano e in Calabria (18 giorni) mentre i tempi più lunghi sono in Sardegna (40,6). Per il tumore all’utero i tempi d’attesa variano tra i 16,2 giorni nella P.A di Bolzano e i 37,5 della Toscana. Per il tumore al colon retto, si va dai 14,4 giorni di attesa per l’intervento in Puglia ai 38,5 della Sardegna. Per il tumore alla prostata, la variabilità è ancora più marcata: dai 13,8 giorni di attesa in Molise agli 85,5 dell’Abruzzo».

Per abbattere i tempi di attesa di alcune visite bisogna guardare all’intramoenia. E così in Sicilia per una colonscopia si attendono 157 giorni nel pubblico e 13 in intramoenia; in Liguria per una visita oculistica si va dai 58 giorni del canale pubblico agli 8 del canale intramurario; anche in Emilia Romagna per una gastroscopia si va dai 45 giorni nel pubblico ai 6 giorni in intramoenia.

 

 

infografica cittadinanzattiva
Federalismo in sanità, Cittadinanzattiva 2019

 

Vaccini: si può fare di più

Il capitolo vaccini segnala che la Sicilia è indietro sulla copertura del morbillo mentre Sardegna, Valle d’Aosta e PA di Bolzano lo sono sulla vaccinazione antinfluenzale. C’è stato un aumento generale di bambini sottoposti alle vaccinazioni diventate obbligatorie ma, denuncia Cittadinanzattiva, «l’immunità di gregge, con percentuali superiori al 95%, è stata raggiunta soltanto da Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Piemonte, Sardegna, Toscana ed Umbria. Tutte le altre sono al di sotto di tale percentuale, con punte negative nel Friuli Venezia Giulia (90,2%) e provincia autonoma di Bolzano (84,7%).

Per il vaccino contro morbillo, parotite e rosolia (MPR), soltanto il Lazio supera la soglia stabilita del 95%. Molto indietro la Sicilia che non arriva al 91%».

Nel 2018 rispetto all’anno precedente aumenta molto la copertura contro la varicella, che passa dal 45,6% al 74,2%. Le regioni con la copertura più alta per la varicella sono Basilicata e Puglia che superano il 91% mentre quelle con minor copertura sono la Valle d’Aosta (37,9%), l’Umbria (42,9%) e il Piemonte (47,4%).

La copertura vaccinale antinfluenzale è ancora ovunque al di sotto della soglia raccomandata del 75%. Le regioni più virtuose sono Umbria, Calabria e Molise che superano il 60%; le meno virtuose P.A. di Bolzano (35,3%), Sardegna e Valle D’Aosta al 44%.

 

 

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Federalismo in sanità, Cittadinanzattiva 2019

 

Screening oncologici e aspettativa di vita

Grandi differenze ci sono anche sull’adesione agli screening oncologici, che vede arrancare una parte del Sud e le isole. Per lo screening mammografico, l’adesione al Nord raggiunge l’83%, passa per il 79% del Centro e si ferma al 59% nel Sud e nelle Isole. In Campania aderisce appena il 48% delle donne.

Un altro dato emerge dal rapporto: l’aspettativa di vita dipende anche dalla Regione di residenza. Le regioni meridionali si collocano al di sotto della media nazionale (82,7 anni) rispetto alla speranza di vita alla nascita con 81,9 anni, mentre il settentrione si attesta sugli 83,2 anni. Le differenze fra l’altro, spiega Cittadinanzattiva, «emergono in modo più marcato se consideriamo la speranza di vita in buona salute. I cittadini nati in Calabria nel 2017 hanno una aspettativa di vita in buona salute di 9 anni e 1 mese inferiore a quelli nati in Emilia-Romagna e rispetto al Trentino Alto Adige addirittura di 15 anni inferiore».

 

Far fronte alla disuguaglianza

Al centro del dibattito, commenta l’associazione, c’è l’esigenza di superare le disuguaglianze in sanità e un primo passo importante è l’abolizione del superticket dall’anno prossimo. Spiega Anna Lisa Mandorino, vice segretaria generale di Cittadinanzattiva: «Occorre però far fronte alle disparità nell’esigibilità dei livelli essenziali di assistenza con cui i cittadini devono fare i conti: per questo chiediamo, tra le altre cose, che si dia piena attuazione al Piano Nazionale di Governo delle liste di attesa, attraverso un monitoraggio della sua applicazione, e che le organizzazioni civiche siano coinvolte nel Piano nazionale cronicità»..

«Per mitigare i possibili  effetti perversi dell’autonomia – prosegue – andrebbe approvata la proposta di riforma costituzionale, lanciata da Cittadinanzattiva con la campagna #diffondilasalute, che intende integrare l’art.117 nella parte relativa alle materie di legislazione concorrente, per rafforzare e restituire centralità alla tutela del diritto alla salute del singolo cittadino».


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