Oggi è la Giornata mondiale della salute mentale. Focus su prevenzione dei suicidi e depressione
Oggi è la Giornata mondiale della salute mentale, dedicata alla prevenzione dei suicidi. Nel mondo ogni 40 secondi qualcuno si toglie la vita
Nel mondo c’è un suicidio ogni 40 secondi. Quasi 800 mila persone si suicidano ogni anno e per ogni morte ci sono più di 20 tentativi di suicidio. Le morti da suicidio superano quelle da guerre e omicidi messe insieme. E il suicidio è la seconda causa di morte fra i giovani dai 15 ai 29 anni, dopo gli incidenti stradali.
Sono i numeri drammatici che fanno da sfondo alla Giornata mondiale della salute mentale, 10 ottobre, sostenuta dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e dedicata quest’anno alla prevenzione dei suicidi. La campagna lanciata a settembre, “40 secondi di azione”, per aumentare la consapevolezza sul suicidio in tutto il mondo e i metodi di prevenzione, confluisce dunque nella Giornata mondiale della salute mentale.
Il disagio mentale in Italia
La Giornata della salute mentale è anche occasione per concentrare l’attenzione sul disagio mentale, tema particolarmente delicato, ancora oggi spesso oggetto di stigma, un problema che sta acquisendo sempre maggiore rilevanza mondiale tanto che le Nazioni Unite l’hanno inserito nell’Agenda globale per lo sviluppo sostenibile.
Disagio mentale, e diffusione della depressione, sono dunque al centro del Focus realizzato in Italia dall’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane. Il quadro che emerge, in estrema sintesi, è quello di un fenomeno che colpisce soprattutto gli anziani e le donne. Ed è più diffuso fra le persone con basso livello di istruzione e di reddito.
«Il disagio mentale – spiegano dall’Osservatorio – è un problema che sta acquisendo sempre maggiore rilevanza a livello nazionale, coinvolgendo una sempre più ampia fetta di popolazione, specie tra gli anziani (in costante aumento, su cui grava sempre di più anche il peso della malattia di Alzheimer) e le fasce più deboli della popolazione dal punto di vista economico e sociale, assorbendo risorse del sistema sanitario, nonché gravando su società e famiglie. Tra i problemi più diffusi, vi è sicuramente la depressione».
La depressione nel mondo e in Italia
A livello mondiale, l’OMS stima che i disturbi depressivi colpiscano oltre 300 milioni di persone. La depressione rappresenta il 4,3% del carico globale di malattia ed è una delle principali cause di disabilità a livello mondiale (circa l’11% degli anni di vita vissuti con una disabilità nel mondo intero), particolarmente nelle donne.
In Italia, secondo i dati più recenti disponibili (Indagine dell’Istituto Nazionale di Statistica-European Health Interview Survey-EHIS) ci sono 2,8 milioni di persone, pari al 5,6% della popolazione di età superiore ai 15 anni, che presenta sintomi depressivi, dei quali 1,3 milioni con sintomi del disturbo depressivo maggiore.
L’identikit della depressione
L’identikit della depressione è particolare. Il disturbo «dilaga tra gli anziani» e aumenta con l’età, passando da una prevalenza del 2,2% nella fascia di età 15-44 anni fino al 19,5% tra gli ultra 75enni.
«La depressione è donna», evidenzia ancora l’Osservatorio, che parla di «significative differenze di genere a svantaggio delle donne, in particolare tra le over 75 anni dove quasi una donna su quattro soffre di sintomi depressivi (23,0 %) a fronte del 14,2% tra gli uomini».
Ancora: la depressione colpisce soprattutto le persone più vulnerabili dal punto di vista socio-economico. Colpisce insomma di più chi ha un basso livello d’istruzione e di più chi appartiene alle fasce più povere della popolazione.
Aumenta il consumo di antidepressivi
Un altro dato che emerge con forza riguarda i farmaci. Cresce infatti il consumo di antidepressivi. O meglio, torna a crescere. Le prescrizioni di farmaci antidepressivi da parte di medici del Servizio Sanitario Nazionale sono costantemente aumentate dal 2007 al 2010, poi hanno attraversato un periodo di stabilità nel 2011-2012, mentre negli ultimi cinque anni c’è stato un nuovo aumento (si è passati da 39,0 DDD/1.000 ab die del 2013 a 40,4 DDD/1.000 ab die del 2017).
I consumi più elevati di farmaci antidepressivi per l’ultimo anno di riferimento (2017) si sono registrati in Toscana, Liguria, PA di Bolzano e Umbria, mentre le regioni meridionali, con l’eccezione della Sardegna, presentano valori di consumo molto più bassi del valore nazionale (nello specifico: Campania, Basilicata, Puglia, Sicilia e Molise).
In generale, vi è una elevata variabilità nel ricorso a farmaci antidepressivi tra le diverse regioni; infatti, il valore della Campania è di circa il 50% inferiore a quello della Toscana.
Allo stesso tempo, evidenzia il Focus, i disturbi depressivi sembrano più diffusi fra i residenti nelle regioni centrali e meridionali, in particolare in Umbria (9,5%) e Sardegna (7,3%), con dati molto più alti rispetto a Trentino-Alto Adige (2,8%) e Lombardia (4,3%).