Solo la Regione Toscana si è adeguata alle linee guida dettate dal Ministero della salute in merito agli espianti delle protesi PIP. Queste prevedono, per i casi ritenuti necessari dai chirurghi delle strutture pubbliche o private accreditate, il diritto ad una legittima assistenza sanitaria. A darne notizia è l’Unione Nazionale Consumatori secondo cui “è necessario che anche le altre Regioni si adeguino alle misure da adottare in caso di interventi di espianto delle protesi mammarie P.I.P. e successivo reimpianto con una nuova e più sicura protesi”.“Le Regioni recepiscano il prima possibile il Protocollo adottato lo scorso 9 febbraio dalla Conferenza Stato-Regioni per farsi carico delle spese relative agli interventi di tutte le pazienti portatrici delle protesi P.I.P.” sostiene il segretario generale. Massimiliano Dona, che si dice disponibile a veicolare le richieste di intervento di chi vorrà segnalare il proprio caso all’indirizzo consulenza@consumatori.it, indicando nell’oggetto ‘PROTESI PIP’ ”.
La richiesta dell’Unione Nazionale Consumatori è l’occasione per pubblicare anche un contributo che giunge in redazione da parte di un nostro attento lettore secondo cui “nel mondo dei “dispositivi medici”, specie italiani, non c’è nessuno incaricato di valutarli ed approvarli sistematicamente!”. In effetti i troppi “allarmi” (impianti mammari Pip, filler antirughe pericolosi, protesi dell’anca “richiamate”) ci restituiscono una fotografia non certo rassicurante.


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