depressione

Salute mentale, Unicef: più di un adolescente su sette convive con un disturbo mentale

Un adolescente su sette in tutto il mondo convive con un disturbo mentale diagnosticato. In quattro casi su dieci, sono ansia e depressione. La salute mentale degli adolescenti e dei bambini si scontra con due realtà: i pochi finanziamenti dedicati, solo il 2% dei fondi governativi per la salute; l’impatto del Covid che si farà sentire anche nei prossimi anni su bambini e adolescenti che hanno vissuto il lockdown (uno su sette a livello mondiale) e hanno perso scuola e socialità.

Salute mentale dei bambini e dei giovani

Il nuovo rapporto dell’Unicef “La Condizione dell’infanzia nel mondo- Nella mia mente: promuovere, tutelare e sostenere la salute mentale dei bambini e dei giovani” dice che «più di 1 adolescente su 7 tra i 10 e i 19 anni convive con un disturbo mentale diagnosticato; tra questi 89 milioni sono ragazzi e 77 milioni sono ragazze. 86 milioni hanno fra i 15 e i 19 anni e 80 milioni hanno tra i 10 e i 14 anni. L’ansia e la depressione rappresentano il 40% dei disturbi mentali diagnosticati».

La percentuale più elevata di disturbi di salute mentale viene diagnosticata in Medio Oriente e in Nord Africa, in Nord America e in Europa Occidentale.

Adolescenti e suicidio

Il suicidio è una delle prime cause di morte fra gli adolescenti. La terza fra le ragazze. La seconda in Europa.

«Quasi 46.000 adolescenti muoiono a causa di suicidio ogni anno – più di uno ogni 11 minuti –una fra le prime cinque cause di morte per la loro fascia d’età. Per le ragazze fra i 15 e i 19 anni è la terza causa di morte più comune, mentre per i ragazzi nella stessa fascia di età è la quarta più comune. In Europa occidentale diventa la seconda causa di morte fra gli adolescenti fra i 15 e i 19 anni, con 4 casi su 100.000, dopo gli incidenti stradali (5 casi su 100.000)».

Salute mentale, il peso della pandemia

Già prima della pandemia, dice l’Unicef, bambini e adolescenti portavano il peso dei problemi legati alla salute mentale senza che ci fossero grandi investimenti. Ora, per molto tempo, potrebbero risentire degli effetti della pandemia sulla loro salute mentale. Tema che è fra l’altro tuttora oggetto di studio. In Cina, per esempio, circa un terzo degli adolescenti intervistati nel 2020 ha detto di sentirsi in ansia o spaventato.

Alle necessità di occuparsi di salute mentale si scontra l’esiguità dei finanziamenti. Dice l’Unicef che a livello globale «agli interventi per la salute mentale viene destinato circa il 2% dei fondi governativi per la salute».

 

 

bambino alla finestra
Bambini dopo il lockdown, un po’ malinconici e con problemi di alimentazione e sonno

 

Salute mentale post Covid: problemi per un giovane su cinque

La pandemia ha avuto un costo. E probabilmente molti effetti si vedranno in futuro. Secondo un sondaggio internazionale fatto dall’Unicef e da Gallup in 21 paesi, in media un giovane su cinque fra tra i 15 e i 24 anni ha dichiarato di sentirsi spesso depresso o di avere poco interesse nello svolgimento delle attività.

I giovani sono spaventati e preoccupati per il loro futuro. Al terzo anno di pandemia, l’impatto sulla salute mentale di bambini e adolescenti «continua a farsi sentire», dice l’Unicef. Un bambino su sette ha vissuto direttamente il lockdown, più di 1,6 miliardi di bambini ha perso parte dell’istruzione. C’è stata l’interruzione della scuola, delle attività ricreative, insieme alle mille difficoltà che le famiglie hanno affrontato in termini di lavoro, reddito, ansia e salute.

«Sono stati 18 lunghi mesi per tutti noi, specialmente per i bambini. Con i lockdown a livello nazionale e le restrizioni di movimento legate alla pandemia, i bambini hanno trascorso anni indelebili della loro vita lontano dalla famiglia, dagli amici, dalle aule, dal gioco – elementi chiave dell’infanzia stessa – ha detto il direttore generale dell’UNICEF Henrietta ForeL’impatto è significativo, ed è solo la punta dell’iceberg. Anche prima della pandemia, troppi bambini erano gravati dal peso di problemi non affrontati di salute mentale. I governi stanno investendo troppo poco per affrontare questi bisogni fondamentali. Non viene data abbastanza importanza alla relazione tra la salute mentale e le conseguenze future sulla vita».

I problemi andranno visti, prima di tutto, e affrontati. Secondo uno studio recente che ha fatto il punto sulla salute dei bambini a un anno dal lockdown, per esempio, un anno dopo la prima chiusura (quella della primavera 2020), i bambini sono un po’ più tristi e malinconici. Le esperienze critiche, quelle nelle quali si esprimono le difficoltà, sono l’alimentazione e il sonno. Più scombinata la prima, più irrequieto il secondo. È aumentato, e in età sempre più precoce, il possesso e l’uso di device digitali come lo smartphone, ormai diventato un elemento naturale del proprio mondo.


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