Acea

Il caso delle bollette pazze ha investito gli utenti di Acea. Prima i ritardi di fatturazione, poi, nella maggior parte dei casi, bollette con cifre astronomiche. E via alle file davanti agli sportelli dell’azienda, per avere un chiarimento.
E dall’azienda sotto assedio è arrivata, almeno, una spiegazione: l’introduzione del nuovo sistema informatico, imposto da obblighi normativi, ha comportato un blocco temporaneo e la società ha fatturato con modalità diverse dal solito. Una rimodulazione del fatturato che ha generato una diversa modalità di ripartizione degli importi dei consumi dei due bimestri (il quarto e il quinto) lasciando inalterato l’importo complessivo dovuto. Pertanto all’interno della bolletta del quarto bimestre è stato fatturato il consumo relativo a un periodo lievemente inferiore al consueto; mentre nella bolletta del quinto bimestre, oltre i consumi del periodo sono stati addizionati i giorni non fatturati in quella precedente.
Ma le Associazioni protestano. Secondo il responsabile dell’Osservatorio per la Tutela e lo Sviluppo dei Diritti dell’Associazione “G. Dossetti: i Valori – Sviluppo e Tutela dei Diritti” Corrado Stillo, “l’ACEA sta contravvenendo platealmente a quanto stabilisce la Carta dei Servizi circa gli standard di qualità del servizio, le redazioni di bollette chiare e comprensibili, i tempi d’attesa degli utenti, le facilitazioni per utenti particolari (anziani, malati, stranieri)”. Stillo denuncia il non rispetto per utenti che hanno ricevuto bollette errate e che hanno dovuto “sorbirsi” ore di attesa e giorni di ansia. I “disguidi” non possono essere di giustificazione per i disagi, le ansie, le paure prodotte con l’invio di bollette dalle cifre stratosferiche. Il Presidente di ACEA ed i dirigenti, sui cui stipendi tanto si è discusso ultimamente, dovrebbero chiedere scusa ai romani e tranquillizzarli circa l’annullamento delle ultime bollette, e la possibilità di ricalcolarle secondo equità ed onestà.
L’Associazione Dossetti chiede al Sindaco di Roma Gianni Alemanno un suo autorevole intervento per far cessare un vero e proprio sopruso compiuto da un’Azienda pubblica comunale.
Federconsumatori spiega alle vittime cosa fare. Innanzitutto accertarsi della congruità della somma fatturata, moltiplicando il numero dei giorni a cui è riferita la bolletta per il consumo medio giornaliero riportato sulla bolletta precedente. Se il risultato della moltiplicazione è superiore di almeno il 10% alla quantità di kwh fatturati è necessario inviare all’Acea la richiesta scritta di rettifica della somma fatturata, precisando che il pagamento avverrà al ricevimento della bolletta corretta. Questa richiesta deve essere consegnata o inviata a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno prima del giorno di scadenza del pagamento. Se, invece, la data di scadenza è già trascorsa, la bolletta va pagata, ma si deve procedere comunque alla richiesta di rifatturazione e l’Acea è tenuta a provvedere entro 20 giorni. Qualora il risultato della moltiplicazione è appena superiore o inferiore alla quantità di kwh fatturata, la bolletta dovrà essere pagata. In questo caso bisogna inviare o consegnare un reclamo scritto in cui il consumatore chiede all’Acea di avere accreditato sulla prossima bolletta l’importo pagato in anticipo rispetto al consumo reale maggiorato dall’interesse al tasso applicato al cliente dopo la messa in mora per ritardato pagamento.
Nel caso del reclamo scritto, l’Acea deve rispondere, motivando l’anomalia, entro 40 giorni. Se, trascorsi i termini indicati, non arriva alcun riscontro da parte dell’azienda, o arriva una rispostainsoddisfacente, il consumatore può recarsi presso la Federconsumatori per attivare la procedura per la risoluzione del contenzioso.
 


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