
Carne, alto consumo e sovra-produzione fanno male al pianeta e alla salute (Foto Pixabay per Pexels)
Carne, Ciwf: alto consumo e sovra-produzione fanno male al pianeta e alla salute
Sondaggio per il Ciwf: un italiano su cinque non sa che mangiare troppa carne fa male alla salute. In generale c’è scarsa consapevolezza sui rischi dell’alto consumo e della sovra-produzione di carne. I dati diffusi oggi in occasione del vertice Onu sui sistemi alimentari
Alto consumo e sovra-produzione di carne sono fonte di rischio per la salute e per il pianeta. Un nuovo sondaggio pubblicato oggi, condotto da YouGov in otto paesi per conto di Compassion in World Farming, rivela che in Italia una persona su cinque (19%) ignora i principali rischi per la salute dovuti all’alto consumo e alla sovra-produzione di carne. E l’Italia è il paese che conta il numero minore di persone ignare di queste criticità. In tutto gli otto paesi in cui il sondaggio è stato fatto (Italia, Francia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Polonia, Regno Unito e Stati Uniti) è emersa infatti una limitata consapevolezza su quali siano le conseguenze sulla salute umana di diete ad alto consumo di carne e della sua produzione.
Carne, consumo e produzione: le criticità
Il sondaggio riporta ancora che “appena poco più di un quarto (26%) delle persone intervistate in Italia è a conoscenza del fatto che l’inquinamento atmosferico causato dagli allevamenti intensivi aumenta il rischio di cancro ai polmoni. Sono ancora meno le persone consapevoli del maggior rischio di epidemie e pandemie: solo il 12% ne è a conoscenza, il dato più basso di tutti gli otto Paesi in cui è stato condotto il sondaggio”.
Inoltre, “mentre più della metà (58%) degli intervistati in Italia è al corrente che le diete ad alto consumo di carne aumentano il rischio di certi tipi di tumore, patologie cardiache, e obesità, solo il 36% sa che l’attuale consumo di antibiotici negli allevamenti sta compromettendo la loro efficacia nel trattare le malattie umane”.
Alla domanda su cosa le spingerebbe ad acquistare alimenti prodotti in modo ecosostenibile, le persone sono state maggiormente propense a citare come motivazione “sapere che gli animali sono allevati con elevati standard di benessere, come un contesto di vita confortevole che risponde alle loro esigenze fisiche e comportamentali” (54%), seguito da “conoscere i benefici per la salute associati alla carne biologica, da allevamento all’aperto o pascolo” (37%).
Vertice Onu sui sistemi alimentari
Il sondaggio è stato fatto in occasione del vertice UN Food Systems + 2 Stocktaking sui sistemi alimentari che si apre oggi a Roma (dal 24 al 26 luglio nella sede della Fao). L’obiettivo del vertice è esaminare i progressi compiuti dai Paesi verso la costruzione di un sistema alimentare globale più sostenibile.
Ci saranno circa 2 mila persone di oltre 160 paesi diversi, con più di venti capi di Stato e di Governo. Il vertice si svolge in un momento in cui in tutto il mondo fino a 783 milioni di persone soffrono la fame, ossia 122 milioni in più rispetto al 2019, a causa della pandemia e dei ripetuti conflitti e shock climatici, come evidenzia il recente dossier “Lo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo”. A livello globale è peggiorata anche la capacità di accedere a un’alimentazione sana. Nel 2021, dice la Fao, il 42% della popolazione del pianeta, oltre 3,1 miliardi di persone, non ha potuto permettersi un’alimentazione sana.
“Piano di salvataggio globale” per il sistema alimentare
All’evento parteciperà anche il CEO globale di Compassion in World Farming, Philip Lymbery, per puntare i riflettori “sull’urgente necessità di concordare un “piano di salvataggio globale” per il sistema alimentare, che comprenda una significativa riduzione globale del consumo di carne”.
Spiega Lymbery: «Quando gli animali soffrono, tutti noi soffriamo. L’allevamento intensivo non è solo la più grande singola causa di crudeltà sugli animali al mondo, ma sta anche danneggiando il nostro pianeta, aumentando il rischio di pandemie e nuocendo gravemente alla nostra salute. E tuttavia il nostro nuovo sondaggio rivela che molte persone non sono nemmeno a conoscenza degli ulteriori gravi rischi per la salute legati alla produzione di carne. È necessario che i leader mondiali concordino un chiaro ‘piano di salvataggio’ globale per il nostro sistema alimentare, al fine di garantire un futuro sano per le persone, il pianeta e gli animali. I Governi devono urgentemente attuare delle strategie per ridurre il consumo di carne e accelerare il passaggio a un’alimentazione e a un’agricoltura rigenerativa».
Il Ciwf si occupa del benessere degli animali da allevamento ed è impegnata nel richiedere di porre fine agli allevamenti intensivi, promuovendo pratiche agricole più rispettose del benessere degli animali, del pianeta e della salute umana. L’associazione denuncia che produzione e sovraconsumo di carne hanno impatti pesanti.
Il sovraconsumo di carne nei paesi del Nord del mondo aumenta il rischio di alcuni tipi di tumore e patologie; nel Sud del mondo allontana le popolazioni locali dalla loro terra e causa malnutrizione, sottrae terre alle comunità perché vengono usate per coltivare cereali per gli animali da allevamento. Ammassare gli animali in allevamenti intensivi aumenta il rischio di pandemie perché crea le condizioni ideali per la diffusione di patologie e lo sviluppo di nuove varianti di virus. Ci sono i problemi dell’inquinamento atmosferico legato agli allevamenti intensivi. E la questione degli antibiotici. “Circa il 70% degli antibiotici al mondo viene somministrato ad animali allevati, spesso come misura preventiva – spiega il Ciwf – Ciò spiana la strada all’antibiotico-resistenza, una pandemia silenziosa che entro il 2050 potrebbe arrivare a uccidere oltre 10 milioni di persone ogni anno”.

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