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Il Parlamento sta ancora valutando cosa fare con le commissioni bancarie sulle linee di credito. La discussione si è aperta dopo che, a fine febbraio, è passato un emendamento al decreto liberalizzazioni, proposto dalla Senatrice PD Anna Rita Fioroni, in cui si chiede la cancellazione di queste commissioni. Tra un errore di trascrizione del testo e le dimissioni dei vertici dell’Associazione bancaria italiana, si è formulato un altro decreto legge che è attualmente in discussione in Commissione Industria, Commercio e Turismo del Senato.
Le Associazioni dei consumatori hanno ribadito il loro secco no alla reintroduzione delle commissioni bancarie di massimo scoperto e il Codacons oggi ha inviato una lettera a tutti i componenti della Commissione Industria, Commercio e Turismo del Senato, in cui si chiede di evitare l’ennesimo regalo dello Stato alle banche e il conseguente danno per gli utenti che ne deriverebbe.
Ecco l’appello del Codacons: “In un periodo di crisi che coinvolge tutto il Paese, ma di cui certamente famiglie, piccole e medie imprese sopportano il peso maggiore, rendendosi protagoniste di drammatiche pagine di cronaca, la reintroduzione delle commissioni di massimo scoperto appare una scelta assurda e in netto contrasto con gli interessi economici dei cittadini. L’emendamento (proposto dalla senatrice On. Fioroni) inizialmente approvato con il decreto liberalizzazioni aveva giustamente introdotto la norma che prevedeva la nullità di tutte le clausole che consentono l’applicazione di commissioni a favore delle banche sulla concessione, utilizzo, sconfinamento di linee di credito. Tale norma – scrive il Codacons – era in linea con gli orientamenti giurisprudenziali recenti e le richieste avanzate da più parti sociali nel corso degli ultimi anni. Tuttavia le proteste dell’ABI e il paradossale riferimento ad un presunto “errore” nella stesura della norma hanno portato, come noto, all’incongruente approvazione del DL 29/2012 che, di fatto, priva l’abolizione delle commissioni della sua portata ed efficacia reale”.
Secondo il Codacons “l’esigenza di porre un freno alle prassi illegittime delle banche nell’applicazione di spropositati costi sul credito, aveva reso necessario un intervento chiaro sull’applicazione delle commissioni”. Ma “si è preferito salvare, ancora una volta, gli interessi dei grandi istituti finanziari piuttosto che quelli dei consumatori-risparmiatori che dovranno sopportare gli improponibili costi del credito”. Dall’altro lato alle famiglie e alle imprese, soffocate dalla crisi, non è arrivato nulla “dei fondi che la BCE ha recentemente elargito alle banche al tasso dell’1%”.
“Gli interessi dei cittadini, delle imprese, non possono essere sempre posti in secondo piano rispetto a quelli dei grandi istituti di credito” e per questo il Codacons chiede ai parlamentari di dar voce “alle famiglie, agli imprenditori, ai risparmiatori per rendere possibile un accesso al credito equo e giusto, in vista del rilancio della nostra economia, con l’abolizione delle commissioni bancarie, e la modifica dell’art. 27bis così come modificato dal dl 29/2012. Si auspica, pertanto, che il ddl 3221, in esame presso la X Commissione, riprenda la formulazione originariamente approvata dell’art 27bis con l’abrogazione dell’art. 1, comma 1, lett. a) del decreto 29/2012”.
 
 
 


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