Cop27, petizione #ClimateOfChange: la crisi climatica è una crisi sociale

Giustizia climatica per tutti e tutte. Contenere il riscaldamento globale sotto 1,5°C, passare a un’economia del benessere che non sia fondata solo sul Pil, tutelare i migranti climatici e garantire la partecipazione dei giovani. È la richiesta della petizione “Stop al cambiamento climatico, via al clima di cambiamento!#ClimateOfChange lanciata da WeWorld Onlus in vista della Cop 27, la Conferenza delle parti che si terrà in Egitto a novembre.

La crisi climatica è una crisi sociale, riconoscono i promotori della petizione. La Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico è il prossimo appuntamento nel quale i leader del mondo sono chiamati ad agire per fronteggiare la crisi climatica. E servono risposte concrete.

 

 

Crisi climatica, bisogna agire

«Il cambiamento climatico rappresenta la realtà di 20 milioni di persone costrette ad abbandonare le proprie case ogni anno – si legge nella petizione – Il nostro attuale sistema economico, fortemente basato sui combustibili fossili e su modi di produzione estrattivi, è alla base di questo collasso ambientale nonché al centro dei conflitti presenti e futuri. Non possiamo separare le questioni: sono strettamente correlate e devono essere affrontate insieme».

I decisori politici devono spingere verso un futuro giusto e sostenibile e un’economia del benessere. Alla Cop27, dicono i promotori della petizione, queste saranno le azioni richieste alla Commissione europea:

1. Mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C raggiungendo la neutralità climatica dell’UE entro il 2040, accelerando il processo di transizione verso l’uso di energie pulite e rinnovabili e bloccando il finanziamento ai combustibili fossili;
2. Passare a un’economia del benessere socialmente ed ecologicamente giusta, che abbracci altri indicatori oltre il PIL, anteponendo gli interessi della società e della natura a quelli delle imprese;
3. Proteggere i migranti climatici con politiche basate sui diritti umani e fornire alle comunità più vulnerabili supporto tecnico e finanziario;
4. Permettere la partecipazione dei giovani per integrare una visione dal basso nel processo decisionale politico, creando Consigli di Giovani nell’UE e negli Stati membri. In questo mondo così interconnesso abbiamo il potere di essere parte del cambiamento.


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