Disturbi del comportamento alimentare, Cittadinanzattiva: “Poca cosa il fondo da 10 milioni”
Oggi mobilitazione delle associazioni che si occupano di disturbi del comportamento alimentare. L’adesione di Cittadinanzattiva, che spiega: “Il fondo da 10 milioni di euro rischia di essere poca cosa per giovani e famiglie in attesa di diagnosi e cure adeguate”
Mobilitazione per chiedere azione e investimenti contro i disturbi del comportamento alimentare. Oggi una serie di associazioni, fra cui Animenta, l’Unione degli Studenti Universitari e la Rete degli studenti medi insieme a professionisti sanitari manifestano nelle piazze di 28 città per chiedere investimenti strutturali e l’inserimento nei nuovi Lea dei disturbi del comportamento alimentare come capitolo autonomo. Cittadinanzattiva sostiene la richiesta e spiega: “Il Fondo da 10 milioni rischia di essere poca cosa per giovani e famiglie in attesa di diagnosi e cure adeguate”.
Disturbi del comportamento alimentare, Ministero annuncia 10 milioni
Nel decreto Milleproroghe verrà inserita una dotazione di 10 milioni di euro per i disturbi del comportamento alimentare e la loro cura verrà garantita attraverso l’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, che entreranno in vigore quest’anno. È quanto ha detto il Ministro della Salute Orazio Schillaci in risposta a un question time a Montecitorio, dopo le proteste delle associazioni dei pazienti che denunciavano l’azzeramento del Fondo nazionale per il contrasto ai disturbi dell’alimentazione. Il nuovo nomenclatore tariffario garantirà 32 prestazioni ambulatoriali in esenzione ai pazienti affetti da anoressia e bulimia. (Fonte: Avvenire)
Le associazioni dei pazienti hanno però confermato la mobilitazione indetta per chiedere chei fondi diventino strutturali e che i disturbi alimentari abbiano una collocazione specifica nei Lea, i Livelli essenziali di assistenza.
«Il Ministro della Salute Schillaci ha annunciato lo stanziamento di 10 milioni di euro da destinare alle Regioni, per i percorsi di cura per chi soffre di disturbi del comportamento alimentare – dichiara Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva che oggi aderisce ad alcune delle manifestazioni previste sul territorio nazionale – Un segnale di certo importante, ma temiamo davvero troppo poco rispetto ai bisogni di centinaia di migliaia di ragazze e di ragazzi, un numero in forte aumento e in età sempre più giovane, che spesso si scontrano con tempi lunghi per la prima diagnosi e con le successive cure integrate di cui necessitano, perché centri specializzati e professionisti pubblici sono pochi e presenti solo in alcune zone di Italia».
Disturbi del comportamento alimentare in aumento
I disturbi del comportamento alimentare sono sempre più diffusi, stanno aumentando dopo la pandemia e si sta abbassando l’età nella quale si manifestano. Cittadinanzattiva ricorda che i pazienti attualmente in cura sono circa 22 mila ma si stima che i disturbi del comportamento alimentare riguardino oltre 3 milioni di persone. Solo nel 2023 si sono registrati quasi 4000 decessi legati a queste patologie.
Ancora: sono 126 le strutture pubbliche censite nel 2023 dall’Istituto superiore di sanità, delle quali 63 nelle regioni del Nord con 20 strutture in Emilia Romagna e 15 in Lombardia; al Centro se ne trovano 23, di cui 8 nel Lazio e 6 in Umbria; 40 sono distribuiti tra il Sud e le Isole, tra cui 12 in Campania e 7 in Sicilia.
«Nell’immediato chiediamo alle Regioni di agevolare la mobilità sanitaria di chi soffre di disturbi del comportamento alimentare e non trova al momento risposte sul proprio territorio, in attesa di misure ed investimenti duraturi per ampliare in tutta Italia il numero dei centri pubblici e ambulatori specializzati e dotarli del personale necessario – prosegue Mandorino – Per questo chiediamo che il Governo attuale faccia un passo più avanti con la previsione di investimenti strutturali e di lunga durata e, quanto prima, l’inserimento nei nuovi Lea delle patologie ricomprese sotto la voce DCA. Il nostro è un appello perché davvero si faccia tutto il possibile per venire incontro alle esigenze di cura di tante giovani persone che oggi combattono con patologie ancora poco conosciute e purtroppo spesso sottovalutate e stigmatizzate».
Disturbi del comportamento alimentare, in aumento accessi al pronto soccorso e ricoveri
Secondo dati riportati da SINPIA, Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, i disturbi del comportamento alimentare affliggono oltre 3 milioni di persone in Italia, pari a circa il 5% della popolazione: l’8-10% delle ragazze e lo 0,5-1% dei ragazzi soffrono di anoressia o bulimia (Dati Osservatorio ABA e ISTAT).
L’incidenza recentemente è aumentata del 30% per effetto della pandemia e il picco è soprattutto tra i giovanissimi, colpiti fino a quattro volte di più rispetto al periodo pre-Covid, a causa dell’isolamento, della permanenza forzata a casa, della chiusura delle scuole e dell’annullamento delle iniziative di coinvolgimento sociale.
Rispetto alle diagnosi più frequenti, l’anoressia nervosa è rappresentata nel 42,3% dei casi, la bulimia nervosa nel 18,2% e il disturbo di binge eating (disturbo da alimentazione incontrollata) nel 14,6%.
Lo scorso anno l’Ospedale Bambino Gesù ha denunciato un aumento dei disturbi legati all’alimentazione tra i giovanissimi. Nei due anni 2021/2022 sono raddoppiati gli accessi per disturbi del comportamento alimentare al pronto soccorso dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e sono aumentati di oltre il 50% i ricoveri, passati dai 180 casi pre-pandemia (2019) a quasi 300 casi.