Dopo l’indagine aperta dal Garante per la protezione dei dati personali che ieri ha annunciato che riceverà il prossimo 24 aprile Stephen Deadman, Deputy Chief Global Privacy Officer di Facebook per far luce sulla vicenda Datagate che interessa 214mila utenti italiani della piattaforma social, oggi è la volta dell’Antitrust.l’Agcm annuncia infatti l’apertura di una istruttoria su Facebook “per presunte pratiche commerciali scorrette” in seguito all’esplosione del caso Cambridge Analytica.

Il social network “avrebbe, in primo luogo, adottato un’informativa priva di immediatezza, chiarezza e completezza, in fase di registrazione alla piattaforma Facebook, con riferimento alle modalità di raccolta e utilizzo dei dati dei propri utenti a fini commerciali, incluse le informazioni generate dall’uso da parte dell’utente Facebook di app di società appartenenti al gruppo e dall’accesso a siti web/app di terzi”, scrive il Garante della Concorrenza e del Mercato.

E continua: “Facebook avrebbe costretto i propri utenti registrati ad accettare, in via generale e preventiva, il trasferimento e l’uso dei propri dati da/a terzi operatori per tutte le volte che l’utente accederà o utilizzerà siti web e app di terzi”.

Una nostra vittoria”, commenta l’Unione Nazionale Consumatori, “Fin dall’inizio siamo stati gli unici a chiedere di accertare se la pratica commerciale adottata da Facebook di consentire ai fornitori di servizi sulla piattaforma di accedere ai dati degli utenti iscritti fosse scorretta ai sensi del Codice del Consumo”, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’associazione.

Non si comprendeva, infatti, se l’utente godeva del diritto di prestare o negare il consenso all’accesso ai dati personali da parte di soggetti terzi diversi da Facebook, se i dati dell’utente potevano essere utilizzati da sviluppatori di app per fini diversi da quelli inerenti all’utilizzo delle app, quali erano le informazioni cui i terzi potevano accedere senza il consenso espresso degli utenti. Ora l’Antitrust farà finalmente chiarezza”,conclude Dona.

Plaude anche il Codacons: “Dopo la Procura di Roma, anche l’Antitrust accoglie il nostro esposto”, spiega il presidente Carlo Rienzi. “È la riprova che l’indagine è stata aperta a seguito di nostra denuncia sta nel fatto che l’Antitrust indaga proprio per la fattispecie da noi ipotizzata: quella di pratiche commerciali scorrette, sulla base di quanto segnalato dal Codacons”.

Ora si fa sempre più forte e fondata la class action lanciata dal Codacons contro Facebook, per conto degli italiani coinvolti loro malgrado nello scandalo “Datagate”, prosegue Rienzi. “In tal senso ricordiamo che tutti gli utenti che hanno scaricato l’app “thisisyourdigitallife” possono partecipare all’azione collettiva e chiedere il giusto risarcimento”.

 

Notizia pubblicata il 06/04/2018 ore 17.13


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