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L'inflazione a novembre vola al 3,8%. Stangata sulle famiglie e Natale gelato

L’inflazione sale, e di molto, e si porta a livelli che non si vedevano dal 2008. A novembre l’inflazione aumenta dello 0,7% su base mensile e del 3,8% su base annua (da +3,0% del mese precedente), secondo le stime preliminari Istat diffuse oggi.

A trainare i rincari sono soprattutto i costi dei  beni energetici. Rincara così il carrello della spesa. E le associazioni dei consumatori non possono che lanciare l’allarme sulle pesanti ripercussioni dell’inflazione in salita sulle famiglie. Si parla di oltre un migliaio di euro l’anno in più. E di gelata sui consumi di Natale.

Inflazione a un livello che non si vedeva dal 2008

L’inflazione al 3,8% non si vedeva da 13 anni.

«Secondo le stime preliminari, a novembre, l’inflazione – commenta l’Istat – accelera nuovamente, portandosi a un livello che non si registrava da settembre 2008 e continuando a essere sostenuta soprattutto dalla crescita dei prezzi dei Beni energetici, con l’accelerazione della componente non regolamentata che segue quella della componente regolamentata registrata a ottobre. Le tensioni inflazionistiche, seppur in misura contenuta, si diffondono anche ad altri comparti merceologici, in particolare i Beni alimentari e i Servizi relativi ai trasporti, e l’inflazione di fondo sale a livelli che non si vedevano da marzo 2013».

 

istat inflazione
Istat stime inflazione novembre 2021

 

Inflazione: pesa l’energia, rincara il carrello della spesa

Su base tendenziale, l’accelerazione dell’inflazione è in gran parte dovuta ai prezzi dei Beni energetici (da +24,9% di ottobre a +30,7%) e, in particolare, a quelli della componente non regolamentata (da +15,0% a +24,3%). Aumentano, un po’ meno, anche i prezzi dei Beni alimentari sia lavorati (da +1,0% a +1,7%) sia non lavorati (da +0,8% a +1,5%) e quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,4% a +3,6%).

Su base mensile, l’aumento dell’inflazione dipende ancora dai beni energetici non regolamentati e in misura minore dagli alimentari lavorati e non. Diminuiscono, invece, per ragioni legate per lo più a fattori stagionali, i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,7%).

«Accelerano i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +1,0% a +1,4%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +3,1% a +3,8%)».

Consumatori: massacro, stangata, gelata sui consumi

I consumatori sottolineano le pesanti ripercussioni sui bilanci delle famiglie. Per Assoutenti è un “massacro”.

«Tra bollette, materie prime e listini dei carburanti le famiglie stanno subendo rincari a cascata, una situazione che non si registrava in Italia dal 2008 – dice il presidente Furio Truzzi – Solo per la voce trasporti, che a novembre cresce del +10,5% sul 2020, una famiglia con due figli spende oggi +567 euro su base annua, +363 la famiglia “tipo”. Una corsa di prezzi e tariffe che non solo impoverisce le famiglie, ma avrà ripercussioni per l’intera economia nazionale: a fronte di una inflazione in salita i consumatori ridurranno inevitabilmente la spesa. Il rischio concreto, quindi, è un crollo dei consumi di Natale che il Governo deve assolutamente evitare, adottando provvedimenti urgenti per frenare l’escalation dei prezzi, a partire dal taglio di Iva e accise sui carburanti».

L’orizzonte è freddo anche in vista del Natale.

«Ora è più che reale il rischio di una gelata sui consumi e sul Natale – commenta il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona – Urge un intervento del Governo che raffreddi i rincari dei carburanti e intervenga con maggior efficacia su quelli di luce e gas che stanno svuotando le tasche degli italiani e senza i quali l’inflazione annua oggi sarebbe solo dell’1,4%».

Aggiunge Dona: «Anche le famiglie che possono permettersi di spendere, potrebbero ridurre, a titolo precauzionale, gli acquisti che avevano messo in conto, in attesa di tempi migliori, aumentando la propensione al risparmio».

 

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Consumi di Natale a rischio gelata

 

Aumenti superiori a 1000 euro l’anno

L’inflazione al 3,8% comporta costi in più superiori ai 1000 euro l’anno. Per una coppia con due figli, stima l’UNC, significa un aumento del costo della vita pari a 1346 euro su base annua, 524 solo per Abitazione, acqua ed elettricità, 567 euro per i Trasporti. Per una coppia con un figlio, la maggior spesa annua è di 1247 euro, 526 per l’abitazione, 494 per i trasporti.

«Una stangata, considerata la totalità dei consumi di una famiglia, pari a +1.167 euro annui», aggiunge a sua volta il Codacons di fronte all’inflazione al più 3,8%.

«Siamo in presenza di un vero e proprio allarme Natale, perché il rialzo dei listini al dettaglio eroderà il potere d’acquisto delle famiglie determinando tagli sul fronte dei consumi legati alle festività, con i cittadini che reagiranno ai rincari riducendo la spesa».

Per Federconsumatori questi aumenti peseranno per 1132 euro l’anno a famiglia. I rincari legati a energia elettrica e gas, carburanti e alimentari ammonteranno a oltre 550 euro l’anno. «Un’impennata simile dei prezzi non potrà che influire negativamente sui consumi natalizi, per i quali si prevede una frenata, oltre che sulle condizioni delle famiglie già fortemente compromesse dalla crisi determinata dalla pandemia – dice Federconsumatori – Inoltre il significativo aumento dei costi dell’energia determinerà ulteriori conseguenze negative sul fronte della povertà energetica, fenomeno in forte crescita nel Paese».


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