
Maltempo, odissea voli nel weekend di neve
Scaffali dei supermercati semi-vuoti, soprattutto nel reparto dei prodotti alimentari freschi, catene da neve introvabili, difficoltà di circolazione e tantissimi voli cancellati. E’ stato questo lo scenario del weekend di neve che ci lasciamo alle spalle.
Secondo l’Adoc quest’ultimo weekend è costato ai cittadini romani circa 440 euro di spese extra, pari quindi ad un terzo del proprio stipendio. “Il weekend di maltempo è costato in media 440 euro alle famiglie romane – dichiara Carlo Pileri, Presidente dell’Adoc – 100 euro di spesa per l’acquisto delle catene, il cui prezzo è più che raddoppiato in concomitanza della neve, una vera e propria speculazione. Dato che le catene sono pressoché introvabili, soprattutto per le vetture più comuni, chi non ha potuto acquistarle ed è stato multato sarà costretto a pagare in media 250 euro di sanzione. L’allarme neve ha provocato anche un aumento dei prezzi dei beni alimentari – ha aggiunto Pileri – con un aggravio di spesa per i romani pari a 120 euro, il 30% in più di quanto normalmente speso mensilmente. Il maggiore consumo di energia elettrica e gas ha comportato un aggravio di spesa pari a 50 euro, i rialzi della benzina fino a 1,85 euro al litro hanno causato un aumento della spesa pari a 80 euro, il prezzo di un pieno. Infine, per lavare le auto, sporcate da neve e sale, il costo è di 15 euro. Totale, quasi 450 euro di spesa in un solo weekend.”
Secondo un monitoraggio della Coldiretti sugli scaffali dei supermercati delle zone più colpite dal maltempo scarseggiano prodotti freschi, come ortofrutta e latticini, ma anche alimenti conservati come la farina, i sostituti del pane e i prodotti per la prima colazione, andati a ruba con l’annuncio dell’arrivo del maltempo. Si segnala una carenza di prodotti per ortaggi a foglia larga, scarseggiano in alcune aree bietole, cicorie, spinaci e insalate. Questa mancanza di rifornimenti ha provocato un taglio negli acquisti quotidiani di frutta e verdura, che ha provocato rincari medi superiori al 10%. Non mancano però casi di speculazioni denunciati dalle Associazioni dei consumatori: per verificare la congruità dei prezzi contro le speculazioni c’è il servizio Sms consumatori che attraverso l’sms al numero 47947 fornisce i prezzi più congrui per i diversi prodotti al nord, al centro e al sud Italia.
E veniamo alla circolazione: dopo i disagi su treni e autostrade, sono arrivati i problemi per i voli. Nella giornata di sabato, a partire dalle 17, sono stati cancellati il 50% dei voli all’aeroporto di Roma Fiumicino; l’aeroporto di Ciampino è stato chiuso per un’ora nel primo pomeriggio. Si è data priorità ai voli di medio raggio, mentre quelli a lungo raggio sono stati riprogrammati dopo la mezzanotte e le compagnie aeree hanno dovuto avvertire i passeggeri interessati dal disagio. Chiusi anche gli aeroporti di Rimini, Forlì, Parma; Bologna, Firenze, Pescara, Ancona e Perugia sono stati operativi, ma con alcune limitazioni. Nella giornata di domenica la situazione è tornata progressivamente alla normalità.
C’è chi ha vissuto l’immancabile odissea. Un gruppo di cittadini venerdì sera voleva acquistare un volo Roma Fiumicino-Bari Palese per tornare a casa. Disponibile un volo Alitalia delle 21.30 che risultava posticipato; la compagnia informa i passeggeri che è possibile acquistare il biglietto, anche se in ritardo, ad un prezzo maggiorato.
I cittadini acquistano il biglietto e alle ore 22.30 vengono imbarcati, ma il comandante comunica che bisogna aspettare a bordo le operazioni di sghiacciamento del velivolo. C’è ghiaccio sulle ali (poco). Non sa dire quanto tempo ci vorrà; l’aereo è in coda in una lista di attesa. Passa un’ora e non arriva nessuna informazione. L’attesa continua e intanto i passeggeri apprendono che l’aeroporto di destinazione non li aspetta perché il volo risulta cancellato.
La sensazione è quella di essere prigionieri di un aereo nel mezzo della notte. Ore 2.30, il comandante comunica che stanno arrivando gli autobus per condurre i passeggeri in aeroporto. Quindi si ritorna lì, il banco di assistenza Alitalia è preso d’assalto dai passeggeri dei 20 voli cancellati. Una moltitudine di persone che hanno fame, freddo, sonno e voglia di partire. Il nervosismo monta e alle 3.45 viene aperto un banco transiti per risolvere la questione dei nuovi biglietti per la mattina alle 9.30.
E nel frattempo che si fa? Una sistemazione in albergo? Un pasto caldo? Un caffè caldo? Impossibile chiedere qualcosa al banco dell’assistenza di Alitalia che è sommerso dai troppi passeggeri rimasti senza risposta. L’unica soluzione è quella di rimanere in aeroporto: nessuna assistenza, tutti i negozi chiusi e si susseguono scene di pianti e isteria collettiva. Ore 7.30 si avvicina l’imbarco e i passeggeri controllano quale sia il gate: non ci sono indicazioni, bisogna andare a chiedere al personale Alitalia. Arriva l’orario dell’imbarco, ma l’assistente al microfono parla di 20-40 minuti di ritardo. Praticamente si scatena un assalto all’aereo che era già pronto alla fine del tunnel di accesso. Si decolla alle 10.10, ma in volo “voci di corridoio dicono che se si fosse aspettato c’era il rischio di una nuova cancellazione del volo”.

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