Mercato libero energia, Assoutenti: tariffe luce in media più alte del 47,7% (Foto di Angelo Esslinger da Pixabay)

Mercato libero energia, Assoutenti: tariffe luce in media più alte del 47,7%

Sul mercato libero dell’energia le tariffe della luce risultano in media più alte del 47,7% rispetto al mercato tutelato, mentre a maggio sono rientrati nella maggior tutela meno di 14 mila utenti. Assoutenti: “La campagna informativa sulla fine del mercato tutelato dell’energia elettrica si conferma un flop”

A maggio meno di 14mila utenti sono rientrati nel regime di maggior tutela. E sul mercato libero le tariffe dell’energia elettrica sono in media più alte di oltre il 47% rispetto al mercato tutelato. Considerazione di fondo? Fallisce la campagna di informazione sulla fine del mercato tutelato dell’energia. Sono i dati snocciolati da Assoutenti che offre un quadro della situazione nel mercato dell’energia, alla vigilia del passaggio al mercato libero previsto per il prossimo 1° luglio, e bolla come “un flop” la campagna informativa sulla fine del mercato tutelato dell’energia elettrica.

Mercato dell’energia, sul libero tariffe più alte

Assoutenti traccia una fotografia del mercato dell’energia sulla base di dati diffusi da Arera, l’Autorità per energia, reti e ambiente.

Dal prossimo 1 luglio, ricorda Assoutenti, per i clienti non vulnerabili il regime di maggior tutela sarà sostituito dal Servizio a Tutele Graduali che, grazie alle aste condotte da Acquirente Unico, consentirà risparmi medi in bolletta da circa 131 euro annui a famiglia.

“I consumatori già passati al mercato libero possono, entro il 30 giugno, rientrare nel mercato tutelato per godere di tale vantaggio economico, ma in pochi lo sanno: i numeri forniti da Arera, infatti, certificano come a maggio 2024 solo 13.823 utenti abbiano abbandonato il mercato libero per rientrare nel mercato tutelato (7.752 ad aprile, 5.239 a marzo)”.

Il paradosso però, prosegue l’associazione, è che tutto questo accade mentre il mercato libero si dimostra meno conveniente rispetto al tutelato. Secondo dati Arera, a marzo 2024 la media delle offerte sul mercato libero effettivamente scelte dai consumatori presentava una tariffa pari a 0,33 euro al kWh per i contratti a prezzo fisso e 0,32 euro/kWh per quelli a prezzo variabile, contro 0,22 euro/kWh del mercato tutelato.

“Tradotto in soldoni – spiega Assoutenti – la bolletta media della luce per una famiglia del mercato libero con consumi pari a 2.700 kWh annui si attesta a 891 euro all’anno in caso di prezzo fisso e 864 euro per il prezzo variabile, contro una media di 594 euro annui sul mercato tutelato. Le tariffe sul mercato libero risultano così più care in media del 47,7% rispetto a quelle in vigore sulla maggior tutela, con una maggiore spesa che per i contratti a prezzo fisso sfiora in media i +300 euro annui (+297 euro, per l’esattezza)”.

Per Furio Truzzi, presidente onorario e responsabile energia di Assoutenti, questi numeri «certificano il fallimento della campagna informativa condotta da Acquirente unico sulla fine del mercato tutelato dell’energia e la vittoria del teleselling selvaggio sulla convenienza e sulla concorrenza. I consumatori non sanno né che il mercato tutelato è meno caro del libero, né che dal prossimo 1 luglio potranno godere di ulteriori risparmi in bolletta grazie alle tutele graduali: questo perché la campagna informativa è stata del tutto inadeguata, soprattutto a fronte del fenomeno del teleselling selvaggio che si è accentuato negli ultimi mesi. Gli stessi operatori dell’energia che gestiranno il Servizio a Tutele Graduali e che sono presenti anche sul mercato libero si sono ben guardati dall’informare i propri clienti circa i vantaggi del nuovo regime, consapevoli che i profitti garantiti sul libero mercato sono sensibilmente più alti di quelli che proverranno dal nuovo regime che scatterà a luglio».

Senza proroga per la fine del mercato tutelato, conclude Assoutenti, serve una norma che permetta e chi è nel mercato libero di «entrare in modo diretto nel servizio a tutele graduali, anche dopo la data del 30 giugno».


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