La Consob è pronta a multare la Banca Popolare di Vicenza e molti dei suoi alti funzionari, colpevoli di aver violato la normativa europea sui Mifid, ossia i documenti che le banche devono obbligatoriamente compilare per tracciare il profilo dei loro clienti che acquistano prodotti finanziari. Ognuno dei 58mila correntisti che comprarono obbligazioni della Pop Vicenza  avrebbero dovuto avere una conversazione con un dirigente della banca per essere informati degli eventuali rischi. Secondo gli ispettori della Bce, questo sarebbe avvenuto solo in pochissimi casi e la maggior parte dei risparmiatori è stata invece spinta ad esporsi sul mercato molto più di quanto previsto dal proprio profilo.
“Meglio tardi che mai, anche se, tanto per cambiare, si tratta di sanzioni che, nella migliore delle ipotesi, sono tardive”, ha commentato Massimiliano Dona, segretario dell’Unione Nazionale Consumatori.
La sede veneta dell’associazione ha presentato, a partire dall’ottobre 2015, ben 329 denunce penali come atti di intervento segnalando le violazioni della procedura Mifid da parte di tutte le filiali. “Come è possibile che la Consob proceda solo ora con le sanzioni?” si domanda Dona. “Non bastano poi le multe. L’UNC Veneto ha già chiesto il sequestro dei beni della dirigenza responsabili di queste violazioni, ai sensi dell’art. 321 del codice penale. Ora la Popolare di Vicenza si deve mettere intorno ad un tavolo conciliativo, come ha promesso, per poter restituire almeno una parte di quanto i risparmiatori hanno perso. Solo così si potrà chiudere questa vicenda”.


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